preghiera
La Bortone che si porta a casa il Pistoletto ha mostrato che il re è nudo
Quando, fra non tanto, Pistoletto sarà dimenticato e i suoi stracci finalmente al posto giusto, in discarica, lo specchio della nonna di Serena Bortone sarà soltanto un vecchio vetro scarabocchiato. Perché i capolavori restano, gli autori, le firme, possono anche svanire
Serena Bortone sia considerata vittima anziché colpevole. La conduttrice di sinistra è rimasta invischiata nella mezza cultura che della sinistra è piedistallo e vanto. Fra i tanti obblighi sociali imposti dalla mezza cultura c’è l’idolatria dell’arte contemporanea. Idolatria ossia genuflessione e indiscutibilità. All’interno del suo programma tv, la Bortone si è fatta autografare dal caricaturale guru dell’arte povera Michelangelo Pistoletto lo specchio della nonna. Riportandoselo a casa così (secondo alcuni) valorizzato avrebbe violato il codice etico Rai. Ma no. La conduttrice ha invece svolto opera meritoria, sebbene involontaria: ha mostrato il re nudo, ha svelato come superstizione la convinzione che la firma valga a prescindere. La storia dell’arte, ossia la cultura intera, insegna che a rimanere sono i capolavori: gli autori, le firme, possono anche svanire. Chi ha dipinto la seicentesca “Fiasca con fiori” del Museo San Domenico di Forlì? Non si sa. Eppure è “il più bel quadro del mondo” (Antonio Paolucci). Quando, fra non tanto, Pistoletto sarà dimenticato e i suoi stracci finalmente al posto giusto, in discarica, lo specchio della nonna di Serena Bortone sarà soltanto un vecchio vetro scarabocchiato. In discarica pure quello e dunque: nessun valore, nessuna violazione.