preghiera
Viva il coerente Ruggeri, da ventenne bowiano a sessantenne dannunziano
Giovanni Lindo Ferretti ha fatto salire sul palco Scanzi e io l'ho messo in pausa. Meglio riascoltare i Decibel di Enrico Ruggeri, che pubblica ora "40 vite (senza fermarmi mai)". La costante dell’ammirazione dell’eroismo, e pure un filone aristocratico: "Contessa"…
Cambio della guardia per quanto riguarda il punk italiano, o il rock italiano, o come vogliamo chiamarlo. Giovanni Lindo Ferretti ha fatto salire Andrea Scanzi sul palco dei suoi concerti e io l’ho messo in pausa. Enrico Ruggeri ha pubblicato “40 vite (senza fermarmi mai)” (La nave di Teseo) e io ho ricominciato ad ascoltare i Decibel. Di Ruggeri ammiro innanzitutto la coerenza: dal ventenne bowiano al sessantenne dannunziano (cercatevi “Il volo su Vienna”, video girato giustamente al Vittoriale) c’è la costante dell’ammirazione dell’eroismo. In chiave più estetica che bellica, direi. Poi com’è noto il cantautore milanese scrisse “Il mare d’inverno” che non era punk, che non era rock, che era molto di più: un nuovo sguardo. Per la mia visione dell’Adriatico, che è il mare di entrambi, decisivo quanto le fotografie di Luigi Ghirri. Tornando al repertorio dei Decibel ho scoperto, meglio tardi che mai, intrecciarsi al filone eroico un filone esplicitamente aristocratico. Bastino i titoli: “Contessa”, “Lettere dal Duca” e “Vivo da re”, capolavoro imperituro e programma esistenziale di noi rocker monarchici. Viva il re, viva Ruggeri!