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Il Gps iraniano disturbato da Israele e le carte che tornano utili

Camillo Langone

Le carte che si chiamano carte appunto perché sono di carta. Quelle che nessuno può disturbare e che non si spengono mai. Mentre Israele impedisce ai missili iraniani di volare (e ci salva), il cervello impigrito dal digitale ricomincia a orientarsi

Dagli Ebrei la salvezza. Non sono particolarmente filosemita, sono particolarmente interessato alla salvezza e dunque considero perennemente attuale Giovanni 4,22: “Salus ex Iudaeis est”. Osservo Israele e vedo che laggiù disturbano il sistema Gps per confondere gli incombenti missili iraniani. Quindi anche i navigatori satellitari sono una tecnologia fragile, buona quando le cose vanno bene. In Israele sanno meglio che altrove che le cose vanno tendenzialmente male e così dimostrano la perenne attualità delle carte stradali. Le carte che si chiamano carte appunto perché sono di carta. Quelle che nessuno può disturbare e che non si spengono mai. Ne avevo tantissime, quasi tutte del Touring Club, tante le ho buttate imprevidentemente (ipotizzando come un qualsiasi sciocco europeo un futuro di pace), qualcuna grazie a Dio l’ho tenuta e quando voglio capire davvero dove mi trovo o dove devo andare (non solo il percorso ma il contesto) le riguardo. Ogni volta sento la mente che mi si riapre, il cervello impigrito dal digitale che ricomincia a orientarsi. Si seguano le carte e gli Ebrei, per non perdersi.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).