preghiera
D'Annunzio e Nitti si detestavano, ma io prendo il meglio di entrambi
Prendo da Nitti il giudizio equanime nei confronti dei Borboni, l’industrialismo, l’antifascismo tempestivo. Da D'Annunzio prendo "La pioggia nel pineto"
Come mi diverto a deludere i dualisti, a irritare i manichei che non concepiscono la libertà intellettuale, i miei pellegrinaggi paralleli al Vittoriale di Gardone Riviera e alla Villa Comunale di Melfi, ossia alla casa di Gabriele D’Annunzio e alla statua di Francesco Saverio Nitti. Com’è possibile? D’Annunzio e Nitti si detestavano! E allora? Io sono dannunziano esteticamente e nittiano politicamente. Da ogni autore prendo il meglio, grazie al metodo paolino (valutare tutto) e pure a quello poundiano (valutare un’idea alla volta). Prendo da Nitti il giudizio equanime nei confronti dei Borboni (sovrani moderati, indulgenti, sobri), l’industrialismo (fu lui a volere l’acciaio a Bagnoli), l’antifascismo tempestivo (votò contro Mussolini già nel 1922, quando Croce e De Gasperi votavano ancora a favore). Da D’Annunzio prendo “La pioggia nel pineto”.