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Contro la peer review e il "consenso totale"
Marco Lanterna, pensatore privato, senza cattedra, scrive in "Metafisica cancerosa" che il dilettantismo è "parola, tipica dello specialismo, simile alla pisciatina di cane per marcare il territorio. Einstein era impiegato all’ufficio brevetti, quando concepì la Relatività ristretta"
“Se fosse stato per le peer review non avremmo avuto né Colombo né Galileo”. Leggo questo aforisma nel nuovo libro di Marco Lanterna e subito dopo mi cade l’occhio su un vecchio articolo di Wired: “Il 100 per cento degli scienziati crede che il cambiamento climatico sia dovuto agli esseri umani”. Sottotitolo: “C’è consenso totale nella comunità scientifica, racconta uno studio su 11 mila articoli sul clima pubblicati in riviste sottoposte a peer review”. Ecco, la letteratura serve anche a questo, a fuggire dal “consenso totale”. Lanterna insiste: “Dilettantismo. Parola, tipica dello specialismo, simile alla pisciatina di cane per marcare il territorio. Einstein era impiegato all’ufficio brevetti, quando concepì la Relatività ristretta”. Si intuisce che l’autore è un pensatore privato, senza cattedra, come Sossio Giametta di cui fu privato discepolo. Ora però mi tocca dire il titolo: “Metafisica cancerosa” (La scuola di Pitagora). Lanterna è specialista di titoli respingenti, io sono specialista nel respingere il respingente quindi del libro ho evitato il capitolo eponimo saltando subito alla sezione finale intitolata “Pensieri del colibrì nero”: perfetta per volare sopra il climatismo, lo specialismo, il conformismo, il progressismo.