preghiera
Leggere Flavio Cuniberto mi ha convinto a non mettere piede a Berlino
In “Misteri berlinesi. Passeggiate nell’anima tedesca”, si legge di "murales giganti, street art a tutto spiano", "rock-café, librerie più o meno militanti, centri femministi, negozi vintage" e "lunga coda di berlinesi davanti al chiosco di Mustafa-Kebab"
Non sono mai stato a Berlino. Non mi interessa Berlino. Ma sempre mi interessa Flavio Cuniberto, maestro di geofilosofia, e dunque mi metto a leggere di buona lena “Misteri berlinesi. Passeggiate nell’anima tedesca” (Neri Pozza). Vediamo un po’.
“Come ovunque a Berlino murales giganti, street art a tutto spiano… nuova e provocatoria, alla Nikolaikirche, l’idea di contrapporre all’antico crocifisso un calvario laico, una via crucis alternativa. All’antica religione ne subentra così una nuova, dove l’oggetto di culto sostitutivo è per un verso l’installazione concettuale di un’artista berlinese… rock-café, librerie più o meno militanti, centri femministi, negozi vintage, caffetterie turche, perfino un bagno turco e una specie di tempio zen… fanciulle turche o turco-iraniche, o uzbeke, dal viso di luna piena e con chador regolamentare… lunga coda di berlinesi davanti al chiosco di Mustafa-Kebab. Molta Turchia, molti clochard… le chiese cristiane – evangeliche o cattoliche – sono normalmente chiuse… giganti sopravvissuti al proprio tramonto, o forse fossili architettonici di un’altra era”.
Basta, ho capito. Prima di questo libro provavo per Berlino un generico disinteresse, adesso invece provo un interesse preciso: a non andarci mai.