preghiera
Ma dov'è nella realtà l'arcadia conservatrice fantasticata da Italo Bocchino?
Ma dov’è il popolo, dov’è la conservazione raccontata in "Perché l'Italia è di destra"? Tutti gli indicatori segnalano il crollo della fecondità, il crollo dei matrimoni in chiesa, il crollo dei battesimi, il crollo delle vocazioni, il crollo delle parrocchie…
Potessi vivere anch’io nell’arcadia conservatrice di Italo Bocchino. E’ la nazione fantasticata in “Perché l’Italia è di destra” (Solferino), manifesto di una destra che “da sempre e ovunque basa le sue politiche su vecchi pilastri, rappresentati dalla triade Dio-Patria-Famiglia”. Quei pilastri più che vecchi erano decrepiti e sono crollati nel lontano 1974 con la vittoria dell’entropia al referendum sul divorzio. Il popolo sovrano votò contro Cristo e contro il matrimonio, distruggendo non Cristo, impossibile, ma il matrimonio e col matrimonio l’Italia (in pochi mesi il tasso di fecondità, i figli per donna, scese sotto il livello di sostituzione). Sono passati cinquant’anni e Bocchino ancora non lo sa, o forse confonde un successo elettorale con un rinascimento antropologico, e punta “alla costruzione di un nuovo conservatorismo post-populista, un conservatorismo nazionalpopolare”. Ma dov’è il popolo? E dov’è la conservazione? Fra talamo e altare tutti gli indicatori segnalano l’esatto contrario, una sfrenata dissipazione: il crollo della fecondità, il crollo dei matrimoni in chiesa (superati da quelli tristissimi in comune), il crollo dei battesimi, il crollo delle vocazioni, il crollo delle parrocchie… Potessi vivere anch’io nell’arcadia conservatrice: la favola bella che ieri m’illuse, che oggi t’illude, Italo.