preghiera
Il cane con l'impermeabile e un'Italia in cui nulla più segue la propria natura
Evito un discorso sull’umanizzazione dei cani come maltrattamento psicologico dei medesimi. Lo sconforto è più vasto e riguarda un paese in cui i cani non fanno i cani, gli uomini non fanno gli uomini, le donne non fanno le donne
Ho visto un bovaro con l’impermeabile. Un bovaro inteso come cane, non un uomo addetto ai buoi. Per la precisione un bovaro bernese, una razza a pelo lungo. Non ero in Svizzera ma in Friuli, non su qualche pascolo ma nel centro di una città. Sì, pioveva, e infatti indossavo un impermeabile ma io non sono un bovaro bernese a pelo lungo. Non gli assomiglio neanche un po’, non sono “sensibile ed affettuoso” né “allegro e giocherellone”, non sbavo e soprattutto non sono a pelo lungo. Quel pelo folto e spesso che al bovaro serve appunto per affrontare le intemperie delle Alpi svizzere. “Saltare nella neve è una delle cose che più adora”, racconta un allevatore. Ma a Udine (la città è Udine) gli mettono l’impermeabile. Intendiamoci, non sono preoccupato per l’animale, me ne importa assai degli animali, dunque eviterei un discorso sull’umanizzazione dei cani come maltrattamento psicologico dei medesimi. Lo sconforto è più vasto e riguarda un’Italia in cui nulla sembra più seguire la propria natura: i cani non fanno i cani, gli uomini non fanno gli uomini, le donne non fanno le donne... (Vorrei riuscire a consolarmi col Papa che si è rimesso a fare il Papa ma non ce la faccio, non ci credo, sarà soltanto una parentesi).