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Non c'è speranza, ma non smetterò di scrivere contro l'umanizzazione degli animali

Camillo Langone

Accade persino che le spese veterinarie si possono almeno in parte detrarre. Tali detrazioni andrebbero abolite e il risparmio andrebbe utilizzato per aumentare le detrazioni riguardanti i figli. Ma so che non accadrà

No, non mi rassegno a queste città piene di italiane coi cagnini e di arabe coi bambini. Non taccio. Continuo a scrivere contro gli animali domestici e l’umanizzazione dei medesimi. Ho scoperto che Diaco ha un cane di nome Ugo, che Fedez ha un cane di nome Silvio e questo Silvio veste camicie Versace. Non c’è speranza, chiaro.

   

Poi ho scoperto che i proprietari di bovari bernesi non mettono gli impermeabili ai loro bestioni per proteggerli dalla pioggia ma per proteggersi dalla puzza che emanerebbe, una volta rientrati a casa, dal pelo bagnato. Ho dunque capito che i cani devono puzzare, in caso contrario è la società a puzzare. Di rovesciamento e decomposizione. Infine ho scoperto che le spese veterinarie si possono almeno in parte detrarre. Tali detrazioni andrebbero abolite e il risparmio andrebbe utilizzato per aumentare le detrazioni riguardanti i figli. So perfettamente che non accadrà, che perfino La Russa ama gli animali, che la mia è vox clamantis in deserto. Non è un mio problema, sono un misantropo, ci sto bene nel deserto.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).