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Stroncare a malincuore Mencarelli, che se la prende con la famiglia e idolatra lo stato

Camillo Langone

Intervistato da Teresa Ciabatti, lo scrittore dice che la famiglia è “il luogo che per primo inizia ad ammalarci”, poi minimizza il problema della sicurezza e parla di "solitudine sociale"

Ho il comodino rigurgitante di libri e ho poco tempo, mi si consenta di sostituire la lettura dell’ultimo romanzo di Daniele Mencarelli con la lettura dell’ultima intervista a Daniele Mencarelli. Realizzata da Teresa Ciabatti per 7 del Corriere. Lo scrittore di Ariccia vi definisce la famiglia “il luogo che per primo inizia ad ammalarci”. Affermazione vittimistica e riduttiva, è come se la prima accezione di acqua fosse “colpevole delle alluvioni”. E poi quale sarebbe l’alternativa? La comune? Più avanti dice che “da Berlusconi in poi è stato enfatizzato il tema della sicurezza. Peccato che l’Italia sia uno dei paesi più sicuri al mondo. Chi usa i mezzi di comunicazione produce insicurezza”. Sarà che sono di casa in una provincia (Barletta-Andria-Trani) che ha il primato europeo (ripeto: europeo) dei furti d’auto. E’ un’invenzione dei mezzi di comunicazione? Vallo a dire a chi al mattino non trova più la macchina. E Berlusconi che c’entra? Mi dispiace stroncare Mencarelli, è quasi cattolico, non è Chiara Valerio, non è Christian Raimo e tuttavia pronuncia parole spaventose: “La solitudine sociale va risolta in un altro modo, ecco la politica”. La politica ovviamente è lo Stato. E lo Stato se mi sento solo dovrebbe venire a farmi compagnia? Mamma mia.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).