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La stortina veronese è la soluzione alla crisi del vino

Camillo Langone

Gli italiani non bevono più, ma con i salumi non si può scherzare, non si può tradire il comparto viticolo: i salumi esigono il vino. E la stortina è un salame alla portata di tutti

Ho trovato la soluzione alla crisi drammatica del vino: la stortina veronese. E’ un piccolo salame non particolarmente dritto ma particolarmente buono che ho comprato a Cerea, nella Bassa Veronese. Da un produttore dove ho trovato anche la moretta, un sanguinaccio e dunque un cibo parecchio estremo, riservato a pochi (magari ci farò un podcast). Mentre la stortina è alla portata di tutti. A Cerea avevo appena tenuto una concione sul vino, nell’ambito della rassegna “Irriducibili”, ma avevo parlato di apocalisse, non di resurrezione. Perché non avevo ancora mangiato la stortina. I consumi di vino stanno crollando (siamo a 26 litri annui pro capite, dieci anni fa erano il doppio, negli anni Sessanta il quadruplo) siccome gli italiani ingurgitano pizze, piadine, burratine, tortini, spaghetti, pennette, tofu, sushi, pokè, flan, cibi scialbi con cui bevono acqua, coca o squallida cervogia. Invece coi salumi non si può scherzare, non si può tradire il comparto viticolo: i salumi esigono il vino. La profumatissima stortina anche di più, a me per ogni salamino ci vuole una bottiglia. Sia lodata, sia affettata, sia innaffiata la stortina veronese.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).