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Alain Elkann è un letterato vero perché non militante

Camillo Langone

Scrive libri tranquilli e brevi da cui una piccola perla la estraggo sempre. Stavolta è il disinteresse del poeta in "Il silenzio di Pound": se Pound era così affascinato dal fascismo, perché non aveva cercato per sé un ruolo importante? Non era quello che cercava

“Morli non aveva alcuna ideologia o appartenenza politica. Per lui qualunque regime politico conceda la libertà era il migliore”. La penso come il protagonista del nuovo romanzo di Alain Elkann, “Il silenzio di Pound” (Bompiani), uno scrittore in parte inventato e in parte corrispondente a Elkann medesimo (l’ho capito a pagina 122 dove Morli si dice amico di un pittore e di suo padre, molto evidentemente Bernardo ed Enzo Siciliano, amici dell’autore). Mi viene dunque da pensare di pensarla come Alain che sebbene di origine ebraica ha dedicato all’antisemita Pound un romanzo privo di acredine. Mi piace Alain (lo chiamo spesso per nome sia perché lo conosco sia per distinguerlo dai figli) perché è scrittore svagato, non militante, non prepotente: un letterato vero. Scrive libri tranquilli e brevi da cui una piccola perla la estraggo sempre. Stavolta è il disinteresse di Pound: “Dato che era così affascinato dal fascismo perché non era andato a vivere a Roma, più vicino al suo idolo Mussolini? Avendo scelto di vivere in Italia, perché non aveva cercato di avere per sé un ruolo più importante? Il fatto che stesse a Rapallo dimostrava che non era quello che cercava”. Non so cosa cercasse Pound ma so cosa cerco io: nei libri cerco la disappartenenza e in quelli di Elkann la trovo.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).