preghiera
Quel sottotitolo fuorviante del finto anarchico Caffo
L'ultimo libro del filosofo (con cui umanamente simpatizzo siccome vittima di processi e polemiche) si intitola “Anarchia. Il ritorno del pensiero selvaggio”. Dunque ho affrontato il volume speranzoso. Poi è arrivata la delusione
Mi ha fregato col sottotitolo, Leonardo Caffo. Il suo ultimo libro si intitola “Anarchia. Il ritorno del pensiero selvaggio” (Raffaello Cortina) e se l’anarchia è antiquariato ideologico la selvaggeria, fra uomini troppo addomesticati, in una società troppo regolata, è invece un’urgenza molto contemporanea. Dunque ho affrontato il volume speranzoso.
Purtroppo ci ho letto che “la condizione anarchica è intrinsecamente socialista”. E io che pensavo a “selvaggio” come sinonimo di asociale... Purtroppo ci ho letto un attacco alla “classe operaia imborghesita che vota partiti di destra dai dubbi confini morali”. E io che mi ricordavo gli anarco-individualisti: ecco gli anarco-moralisti... Purtroppo ci ho letto che “il sogno di scardinare la società è tutto in mano ai migranti”. E io che sapevo gli immigrati in buona parte maomettani e che islam significa sottomissione...
Ama la sapienza ma non la coerenza, il filosofo Caffo (con cui umanamente simpatizzo siccome vittima di processi e polemiche) e sarà colpa del suo pantheon vario e confusionario: Tommaso Moro e Che Guevara, Kant e De Sade, Thoreau e Foucault, Toni Negri e Tolstoj, Unabomber (sì, Unabomber) e Bettino Craxi (sì, Bettino Craxi). Mi ha fregato col sottotitolo, Caffo. Ma si è svelato presto, scrivendo “gli e le intellettuali”: pensiero domato, altro che selvaggio.