preghiera
Se il rosso natalizio mi fa sbuffare come un toro, mi rifugio nel grigio
Contro le decorazioni, gli auguri fatti prima del 24 e le canzoni americane di Natale. In cromoterapia il grigio protegge dalle emozioni forti, a me personalmente favorisce l’atarassia, aiuta la calma, mi dispone a un’attesa seria e senza distrazioni
Non sopporto gli alberi di Natale, le decorazioni di Natale, gli auguri di Natale fatti prima del 24, e pensare che hanno cominciato a farmeli il 1° dicembre (una mendicante: volevo strozzarla). Già da parecchi giorni nelle vie dei negozi vengono diffuse le canzoni americane di Natale (succede che in Italia, patria del presepe, il Natale sia un Natale americano, col Babbo Natale della Coca-Cola, l’abete simil-Capitol Hill e “Jingle bells”). Tutto questo rosso mi fa sbuffare come un toro. E mi rifugio nel grigio. Ammiro il quadro grigio del giovane pittore umbro Edoardo Cialfi, “Dicembre sul viale”, dove sulla tela sembra essersi posata della nebbia: quieta visione. Indosso un tabarro grigio, feriale, non un tabarro nero che potrebbe sembrare un mantello da sera, da festa. Ascolto musica grigia: “Alone” dei Cure. Prendo decisioni, analizzo situazioni, cercando di usare la materia grigia. In cromoterapia il grigio protegge dalle emozioni forti, a me personalmente favorisce l’atarassia, aiuta la calma, mi dispone a un’attesa seria e senza distrazioni. A Betlemme non c’erano renne né abeti addobbati. Se ami Gesù Bambino aspetti di vedere Gesù Bambino: tutto il resto è ingombro, inquinamento visivo, ciarpame pagano, molestia di Natale.