Preghiera
Jon Fosse, il cattolico di sinistra che abbraccia il conservatorismo
a fede ritrovata. Il genio duttile del cattolicesimo seduce lo scrittore norvegese, che si racconta al teologo Eskil Skjeldal in “Il mistero della fede” (Baldini+Castoldi)
“L’incontro con Fosse ha riacceso in me la fede cristiana”. Lo afferma Eskil Skjeldal, teologo norvegese convertito al cattolicesimo che intervista Jon Fosse, scrittore norvegese convertito al cattolicesimo, in un libro appunto corroborante come “Il mistero della fede” (Baldini+Castoldi). Da un punto di vista così lontano dal nostro ecco che il cattolicesimo appare perfino vitale. Questo è in parte dovuto al fatto che in Norvegia, e non solo in Norvegia, il protestantesimo è in coma e quindi è facile sembrare arzilli al confronto.
Ma anche al peculiare genio del cattolicesimo che è vario, duttile, universale, e può pertanto abbracciare un artista contraddittorio quale Fosse, capace di dichiararsi di sinistra e, subito dopo, uscirsene con affermazioni di stampo conservatore se non proprio reazionario: “Preferisco la cosiddetta letteratura seria ai gialli, preferisco Bach ai Beatles e sono particolarmente interessato alla tutela di vecchie abitazioni e barche, alla preservazione dei vecchi vocaboli affinché non vengano dimenticati”. Fratello Jon.