preghiera
Roma, macché "Rome"!
Gli alberghi cinque, sei, sette, settanta stelle per statuto e per status scrivono Rome. Come a sancire un nuovo apartheid, una separazione dagli autoctoni attraverso un inglese arrogante che è l’idioma del classismo, del colonialismo, del camerierismo
Si faccia una legge che imponga di chiamare Roma Roma. Fecero una legge per Roma Capitale, facciano una legge per Roma Nazionale, un solo articolo che prescriva l’utilizzo della lingua nazionale nella comunicazione turistica. Perché da qualche tempo leggo dappertutto Rome. Tutti i nuovi alberghi per ricchi affermano, via mail, via social, di trovarsi in una città denominata Rome: Corinthia Rome, Palazzo Ripetta Rome, Six Senses Rome, Rome Marriott, W Rome, The Rome Edition... Roma sembra andare ancora bene per gli alberghi da poveracci ossia da italiani, ma i cinque, sei, sette, settanta stelle per statuto e per status scrivono Rome. Come a sancire un nuovo apartheid, una separazione dagli autoctoni attraverso un inglese arrogante che è l’idioma del classismo, del colonialismo, del camerierismo. Se vai in una nazione oltre alle leggi dovresti rispettarne la cultura e il cuore di una cultura è la lingua, e poi Roma non è Caltanissetta e nemmeno Pescasseroli, è facile da pronunciare, l’impegno è minimo. Si faccia una legge che imponga di chiamare Roma Roma (anche a fini erotici: per salvare il palindromo Amor).