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Le chiese di periferia quasi mai hanno forma di chiesa

Camillo Langone

Il privilegio dei centri storici è quello di frequentare chiese a forma di chiesa. Quelle moderne quasi mai esercitano un richiamo divino. Il nichilismo stellare dei vari Fuksas, Meier e Piano prosegue oggi con legioni di oscuri imitatori

Marco, Marco Romano, alla tua morte non sono riuscito a ricordarti, lo faccio in prossimità del trigesimo dopo aver riletto ciò che scrivesti, da grande urbanista quale eri, sulle nuove chiese: “Le chiese nuove sono moltissime, con campanili striminziti ma soprattutto rigorosamente recintate da inferriate. La chiesa non è più l’anima di una piazza, aperta materialmente ai credenti e ai dubbiosi che vi trovano un richiamo divino”. Poi mi sono andato a vedere l’apposito sito Cei (beweb.chiesacattolica.it) ed è proprio vero, sono costruite così. Noi privilegiati che frequentiamo chiese a forma di chiesa, nei centri storici, spesso dimentichiamo che le chiese di periferia quasi mai hanno forma di chiesa. Quasi mai manifestano un’anima. Quasi mai esercitano un richiamo divino. Il nichilismo stellare dei vari Fuksas, Meier, Piano prosegue oggi con legioni di oscuri imitatori, operanti misfatti da Milano (chiesa di Santa Madre Teresa di Calcutta) ad Agrigento (Chiesa del Sacro Cuore di Gesù alle Rocche). Marco, dopo la tua morte Luca Nannipieri su Artribune ha esortato a leggerti. Ti prego di perdonarmi se non faccio altrettanto: sono preoccupato per l’unità della Chiesa e chi ti legge non può più credere che i vescovi Cei, colpevoli di questa colossale apostasia edilizia, siano cattolici.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).