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Augurarsi una tv senza informazione non è una proposta satirica

Camillo Langone

Non trovo così assurdo o paradossale il libro di Francesco Teodori intitolato “Per una TV senza informazione”. Detesto l’informazione televisiva per l’enfasi e posso sopportare le notizie soltanto se mi arrivano attutite

In copertina c’è scritto “satira” ma per me non lo è. Non lo trovo così assurdo, così paradossale il libro di Francesco Teodori intitolato “Per una TV senza informazione” e swiftianamente sottotitolato “Una modesta proposta per purificare il mezzo televisivo dalle sue componenti superflue e dannose e renderlo più utile a beneficio di tutti” (LOG Edizioni). Sarà che la mia tv è già da tantissimo senza informazione: non vedo un telegiornale da decenni, suppergiù da Tangentopoli, l’unica televisione che mi attira è il Palio di Siena, Alessandro Borghese, Bruno Barbieri, magari anche Sanremo (ma solo le canzoni). Davvero credo che non ci sia “cosa più terribile dei notiziari mattutini, per iniziare la giornata”. Davvero credo che i servizi su guerre e altre disgrazie ingenerino “inquietudine, paura e rabbia”. Detesto l’informazione televisiva per la stessa ragione per cui detesto il melodramma: l’enfasi. Le notizie mi sono tendenzialmente antipatiche, se poi riguardano alluvioni e invasioni, violenze e pestilenze mi risultano proprio odiose. Posso sopportarle soltanto se mi arrivano attutite, mediate, senza video, senza foto, senza titoli strillati, insomma quando si trovano all’interno di un giornale come questo. “Per una TV senza informazione” è un libro da prendere sul serio, abbandonando i tg e abbonandosi al Foglio.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).