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Altro che ticket, a Venezia si entri soltanto se mascherati

Camillo Langone

Se nei giorni di Carnevale vai a Venezia smascherato a guardare le maschere sei un guardone, ti dovresti vergognare e se non ti vergogni devi pagare

Si entri a Venezia soltanto se mascherati. E’ l’ovvia soluzione al problema dell’invasione turistica di calli e ponti durante il Carnevale. Non hai la maschera? Non sei degno della città di Pantalone e Colombina. Ce l’hai? Prego, accomodati. Oppure: ce l’hai ed entri gratis, non ce l’hai e paghi la tassa d’ingresso, quella che i deculturati chiamano ticket, ma non 5 o 10 euri bensì 100 siccome i guardoni vanno penalizzati. Perché se nei giorni di Carnevale vai a Venezia smascherato a guardare le maschere sei un guardone, ti dovresti vergognare e se non ti vergogni devi pagare (a pensarci bene il guardonismo è la quintessenza del turismo: guardare e fotografare senza partecipare). La soluzione specifica per la Basilica di San Marco naturalmente sia diversa, essendo il sacro il contrario del profano. Dunque togliti la maschera, per rispetto nei confronti del luogo, e mostra al custode una copia del libro scritto dal titolare (si chiama Vangelo ed è un lasciapassare per la bellezza e per l’eterno). Ringraziando che non ti venga chiesto di recitare un versetto a memoria.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).