
LaPresse
Preghiera
Ora che è morto, Jack Vettriano ricomincia a piacermi
Addio al pittore vivente più riprodotto al mondo. I suoi quadri sono stati definiti "una volgare fantasia maschile", "torbidi, conservatori e spesso sessisti". Ecco perché tornare ad apprezzarlo
Parecchi anni fa perversamente mi piaceva. Poi decisi che la sua arte più che pittura era illustrazione, e un’illustrazione kitsch, anacronistica, compiacente (non per nulla era il pittore vivente più riprodotto al mondo), e smisi di seguirlo. Ora Jack Vettriano è morto, riposi in pace. È il momento di riguardarlo, di leggere la sua storia e i suoi numerosi e presuntosi detrattori. Critici d’arte, ovvio. Era un autodidatta totale, figlio di minatori scozzesi, nipote di emigranti italiani (il nonno non era ciociaro, come scrive chi confonde provincia di Frosinone e Ciociaria: semmai del Basso Lazio). A 10 anni raccoglieva patate, a 15 scese anche lui in miniera, solo a 37 riuscì a diventare pittore professionista. Gli piacevano le bottiglie di vino, le spiagge ventose, i vecchi film, i bei vestiti, le belle donne, dipingeva tutto questo e non si interessava di politica. Come poteva piacere un tipo così ai professori dell’accademia, ai saccenti delle rubriche specializzate in arte. Vettriano secondo il Daily Telegraph produceva “porno soft mal concepito”. Secondo l’ostilissimo Guardian il suo mondo è “una volgare fantasia maschile”, i suoi quadri “sono torbidi, conservatori e spesso sessisti”. Ricomincia a piacermi Jack Vettriano.