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Preghiera
Ha ragione Giovanni Carrada: urge connettere i luoghi d'arte con le persone in visita
Nel suo saggio "Perché non parli? Come raccontare il patrimonio culturale" l'autore spiega che sette italiani su dieci non visitano nulla, mentre gli altri tre affollano quasi solo i musei, le mostre e gli scavi archeologici. L'arte da sola non riesce a comunicare
Giovanni Carrada, divulgatore e museologo, mi ha convinto: ai visitatori di mostre e musei i quadri risultano muti. E figuriamoci ai non visitatori… Mi ha convinto con un libro intitolato “Perché non parli? Come raccontare il patrimonio culturale” (Johan & Levi), mi ha convinto nonostante le sue difficoltà col maschile sovraesteso, sempre pedantemente, femministicamente evitato. Mi ha convinto con le pagine illuminanti sui Sassi di Matera e sul vecchio velleitario allestimento (direzione Collu) della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. E con i numeri tristi: “Sette italiani su dieci non visitano mai nulla. Gli altri tre su dieci affollano quasi solo i musei, le mostre e gli scavi archeologici più famosi”. E con questa idea purtroppo realistica dell’arte che da sola non riesce a comunicare. A me l’arte comunica anche troppo, dalle più piccole pinacoteche di provincia esco iperstimolato, sovraeccitato. Ma io non sono normale, ai normali le piccole pinacoteche non dicono assolutamente niente. Davvero urge “connettere gli oggetti e i luoghi con le persone in visita”. Carrada avanza alcune proposte pratiche, io ne faccio una onirica: prima di ogni mostra, prima di ogni visita, si invochino le Muse.