
Preghiera
Siate fedeli a Cristo: salvate il vino
Quello dell'Ultima Cena era certamente alcolico. Una serie di autorevoli pareri avvalorano la tesi: il vino dealcolato è una vergogna
“Vino dealcolato mi sembra una specie di parolaccia orribile, inascoltabile. Il vino è vino. Anche perché dopo è Sangue di Cristo quindi fa bene a tutti”. Padre Maurizio Botta, sacerdote oratoriano della Chiesa Nuova (Roma), alla mia domanda sulla liceità del vino dealcolato nell’eucaristia mi risponde così. E il discorso potrebbe considerarsi chiuso. Tanto più che perfino gli anglicani, solitamente aperti a tutto, si sono appena dichiarati contrari all’utilizzo religioso del vino senz’alcol. Ma la materia mi sta talmente a cuore che preferisco abbondare, dunque riporto l’articolo del Codice di Diritto Canonico ricordatomi da monsignor Cavina, vescovo emerito di Carpi: “Il vino deve essere naturale, del frutto della vite e non alterato”. E cosa c’è di più alterante della dealcolizzazione? Del gettare il vino in una macchina che asporta violentemente l’alcol e altri elementi essenziali, e poi riempirlo di zuccheri e additivi per restituirgli almeno in parte piacevolezza e serbevolezza... Infine Don Francesco Pio Morcavallo, parroco a Riva del Po, mi regala un’illuminazione, dicendo che bisogna “fare ciò che ha fatto Gesù con quello che ha usato Gesù”. E il vino dell’Ultima Cena era alcolico certissimamente. Se saremo fedeli a Cristo salveremo il vino.