Congresso della Lega (profilo Facebook Matteo Salvini)

Preghiera

Sia lodato Guglielmo Golinelli

Camillo Langone

Al congresso lo hanno fatto parlare per ultimo, quando non c'erano più giornalisti, ma è stato l'unico ad avere davvero il "coraggio della libertà". In camicia da cacciatore, ha detto che la Lega deve far proprio il termine reimmigrazione, che è necessario fare pulizia e rispedire a casa chi delinque 

Dio salvi Guglielmo Golinelli che al congresso della Lega è stato l'unico ad avere davvero il “coraggio della libertà”, evocato nel titolo dell'evento ma in realtà alquanto tralasciato. Ovviamente il mio leghista preferito rimane Elon Musk, col suo intervento contro l'invasione: “Un Paese non è una geografia ma le persone che lo abitano”. Mentre i preti da Bergoglio in giù, i politici da Angela Merkel in poi la pensano come Metternich: le nazioni come espressioni geografiche, contenitori senza storia da riempire senza riguardo. Però fra i leghisti italiani scelgo lui, Golinelli da Mirandola, il cui intervento è stato fatto slittare più volte da una manina maliziosa affinché parlasse all'ultimo, quando non c'erano più giornalisti in sala: il consenso a Salvini doveva apparire non di tipo padano, non di tipo italiano, bensì di tipo bulgaro. Un Golinelli in camicia da cacciatore, quale effettivamente e lodevolmente è, ha fatto notare la cancellazione congressuale del dissenso e ha ricordato la situazione disgraziata dell'autoctono, con relativa soluzione: “Noi dobbiamo fare nostro un termine: reimmigrazione. Noi abbiamo bisogno di fare pulizia e di rispedire a casa chi delinque”. Dio salvi Golinelli da Salvini, che lo ha ascoltato assai accigliato, e dai leghisti bulgari.
 

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).