Una volta si diceva che l’Italia è il paese dei 60 milioni di commissari tecnici della Nazionale di calcio. Oggi sembra esserci un passatempo analogo: l’identificazione delle priorità da finanziare con il Recovery fund (Rf). Sono probabilmente meno di 60 milioni gli italiani che hanno un’opinione su questo tema ma sono sempre molto numerosi. Con i commissari tecnici la domanda era “quale sarebbe la formazione giusta?”, seguivano risposte dettagliate e spesso ben informate. Ma molto spesso alla (equivalente) domanda “quali sono le priorità?”, la risposta è una lunga serie di “occorre”. Si badi bene, di norma gli “occorre” sono tutti più o meno validi, sono riforme che servono al paese. Ma sono anche una pioggia. D’altra parte, la pioggia di priorità è il combinato disposto della cronica necessità di riforme e della (apparente) assenza di vincoli di bilancio. Come tale è infatti percepita dai cittadini ma anche da molti politici, la condizione determinata dalla temporanea sospensione del Patto di stabilità e crescita e la dimensione, fino pochi mesi fa impensabile, di deficit e debito pubblico che ci attende nei prossimi mesi.
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