I guai di BoJo, l’incertezza americana, la sfiducia generata dalla Cina, il discorso di Von der Leyen. Idea per costruire il futuro
Visto dall’Europa il quadro delle relazioni globali si presenta assai complesso. Non è una novità ma ciò che rende il quadro più complesso del solito è la concomitanza di nodi che, al netto della crisi pandemica, verranno al pettine nei prossimi mesi, e che si presentano come intrecciati tra loro. Riguardano i rapporti dell’Europa con la Brexit, con la Cina, e con gli Stati Uniti. Sul fronte Brexit prende corpo l’ipotesi di una mancanza di accordo entro la fine dell’anno e quindi la prospettiva di una separazione senza definizione di un nuovo quadro di relazioni commerciali tra Ue e Regno Unito. Le ragioni sono in parte “tecniche”, legate – oltre che a dispute settoriali (come i diritti di pesca) – alla complessità della definizione del confine irlandese post Brexit che rischierebbe, tra l’altro, di isolare l’Irlanda dal resto dell’Ue. Ma ci sono anche ragioni politiche legate alla ambizione (o alla illusione) del governo di Boris Johnson di fare del Regno Unito una “potenza sovrana” che predilige accordi bilaterali piuttosto che scelte di integrazione. L’opzione sovrana del Regno Unito vuol dire essenzialmente un rapporto privilegiato con gli Stati Uniti. Ma naturalmente tutto ciò dovrà attendere le elezioni presidenziali e la preferenza del neo eletto presidente nei confronti del multilateralismo (Biden?) piuttosto che per il bilateralismo (Trump?).
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