Libri e letti
Il day after del più che annunciato divorzio tra i saloni del libro – più che un “disastro” per la cultura una sconfitta per la linea di mediazione politica immaginata dl ministro Dario Franceschini – segnala un piccolo sciame sismico di assestamento, ma niente crolli e niente panico. Sulla piazza milanese si avvia la conta di quanti editori medio-piccoli decideranno davvero di rimanere a Torino, e quanti ci ripenseranno. Tra i primi a comunicare fedeltà al Salone del Lingotto c’è Iperborea, raffinato e milanesissimo editore di letterature scandinave. Per il resto si attende la conferenza stampa annunciata per il 5 ottobre in cui la Fabbrica del Libro spa annuncerà il programma della sua prima edizione (la data c’è già: 19-23 aprile).
Molto dipenderà da quanto (in termini di spazi e visibilità) verrà concesso ai non big. Ma gli spazi di manovra non sono molti. Ma non per tutti piccolo è bello e torinese. Notevole un’intervista a Rep. di Guido Tommasi, che guida la casa editrice omonima, bella piccola impresa specializzata in food, cucina e altre piacevolezze: “A Milano si producono il 70 per cento dei libri e si vendono tra il 35 e il 40 per cento dei libri pubblicati… qui ci sarà una convenienza economica”. E soprattutto: “L’editoria è un mestiere a scopo di lucro. Pubblichiamo libri per venderli, non possiamo ignorare l’aspetto economico: io faccio l’editore, non sono un propagandista”.
Un aspetto sottaciuto della debolezza del sistema Torino rispetto a Milano in fatto di libri è che Torino in trent’anni ha consolidato solo un modello accentrato stile “mercatone unico”. Innovativo quando nacque, funzionale a lungo, ma debole sulla diversificazione dell’offerta. Nel frattempo, Milano ha prodotto due modelli che, ad esempio, non soffriranno per la nascita del super-salone in Fiera. Uno è BookCity, che torna dal 17 al 20 novembre per la quinta edizione forte del successo dello scorso anno: 150 mila presenze (il doppio rispetto alla prima edizione), 400 editori presenti, 866 eventi diffusi in città.
BookCity è un’idea nata senza ufficialità dagli editori (da gennaio 2016 si è costituita una Associazione, presieduta da Piergaetano Marchetti) sulla scommessa di andare a cercare i lettori dove sono, con meno istituzionalità, nessuna aria da fiera, moltiplicando luoghi e occasioni. Il risultato è che il pubblico cresce nonostante i pochi costi e c’è spazio per grandi e piccoli (soprattutto medio piccoli). Un altro successo che dimostra come il mercato di nicchia esista e si sappia auto-organizzare è Book Pride, ideato dall’Associazione degli editori indipendenti. Si svolgerà per la terza volta dal 24 al 26 marzo 2017. Alla seconda edizione ha totalizzato 32 mila presenze, 120 incontri, 150 editori presenti e decine di migliaia di libri venduti. Fatturati.
Omaggiato re all’inizio della Fashion week, Giorgio Armani s’è lasciato andare a commenti amareggiati su quante case e palazzi brutti si costruiscono in città: ma c’è qualcuno che valuta, prima di concedere un permesso? Un po’ Celentano, ma elegante.
Ogni anno si leggono articoli su quanto costano e quanto pochi sono gli alloggi per gli studenti fuori sede. Milano è sempre la città più cara. Di solito la base sono elaborazioni su fonti del mercato immobiliare. Compulsando gli articoli degli anni scorsi, si scopre che la situazione è stazionaria: il prezzo medio è attorno i 400 euro al mese, scende in periferia ma può salire fino ai 600 nelle zone migliori, ma è più o meno invariato. Stanno invece modificandosi i parametri tra domanda e offerta. Con una popolazione di 180 mila universitari, Milano ha 53 mila fuori sede, il 25 per cento.
Cresce numericamente il numero degli alloggi disponibili, il che serve a differenziare i prezzi. Cambiano i sistemi di incrocio offerta e ricerca. Piattaforme web specializzate come Uniplaces.com gestiscono migliaia di alloggi in città, con un modello di business stile Airbnb trasparente e garanzie di sicurezza per chi affitta e per chi andrà a condividere spazi con colleghi sconosciuti. Cresce poco l’offerta pubblica di abitazioni, e questo è un handicap di attrattività per gli atenei milanesi che Beppe Sala L’università Iulm presenta la nuova Cascina Moncucco oggi parte del campus conosce molto bene. Per fortuna ci pensano i privati, con debutti in questo settembre.
L’Università Bocconi ha aggiunto un altro pezzo al suo sistema di residenze studentesche che insistono nella grande area urbana attorno all’università che sta diventando un vero campus diffuso, e si avvia a superare i duemila posti. L’università Iulm inaugura in settembre il suo college nella restaurata Cascina Moncucco: cento posti letto, laboratori, sale lettura e un recupero di un bene storico per il quale il Comune, proprietario, ha concesso un comodato di trent’anni.
Il nuovo gioiello dell’Inter Gabigol è stato presentato ufficialmente ieri non su un campo da calcio, ma all’Auditorium Pirelli. Ai cinesi piacciono i grattacieli.
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