La Linea
La mostra su un geniale disegno animato di Carosello per entrare nella Fall Design Week
La voce stridula, perennemente incazzosa si esprimeva in un fantasmagorico, e incomprensibile ai non autoctoni, gramelot milanese. Ma la nitidezza del disegno, bianco su nero, e l’incredibile espressività del personaggio erano comprensibili anche oltre confine: decretarono un successo, tra gli amanti dei comics, destinato a durate oltre l’epoca aurea del Carosello. “La Linea”, l’omino tutto bocca e nasone che si muoveva solo in orizzontale in uno spazio rigorosamente nero e bidimensionale, disegnato in tempo reale dalla mano-matita bianca dell’autore che ad ogni passo creava sempre nuovi e imprevedibili ostacoli, fu un’invenzione di Osvaldo Cavandoli. Prese vita e divenne celebre grazie alla pubblicità delle pentole a pressione Lagostina, e per tutti è rimasto “l’omino Lagostina”. Non sarebbe nato, forse, se Emilio Lagostina, oltre che un solido industriale, non fosse stato anche un appassionato e collezionista d’arte. Fiutò l’idea.
“La linea” è uno di quegli esempi virtuosi, sul finire degli anni Sessanta, della creatività e del design milanese abbinati al mondo della pubblicità. Le solide radici esistevano già, ma ci si stava avviando all’affermazione internazionale, mentre la televisione italiana stava per cambiare. Gli interpreti migliori di quella stagione mantennero sempre il doppio passaporto tra creatività e industria. Cavandoli, un artigiano del disegno, aveva già creato le Guardie inglesi del formaggino Dofo Cream e Bill il Pistolero per la Cedrata Tassoni, che nelle “réclame” tenevano testa alle Carmencita e agli ippopotami azzurri di Armando Testa. “La linea” ebbe anche di vita autonoma, divenne una striscia a fumetti, vinse premi internazionali e oggi ha molti nomi in molti paesi del mondo. Il creatore della Linea, la mano che la disegnava, era Osvaldo Cavandoli, disegnatore, regista, pubblicitario nato in riva al Garda ma solidamente milanese. E’ morto dieci anni fa, oggi alla Mediateca di Santa Teresa in via della Moscova si inaugura la mostra “Linea Mon Amour” (6-12 ottobre). Ci saranno i vecchi “colleghi” di Cavandoli, nomi importanti tra disegno e pubblicità come come Bruno Bozzetto e Maurizio Nichetti. E’ una chicca, tra le molte dei Brera design days che si svolgono da oggi al 10 ottobre (l’epicentro degli eventi, diffusi in città, è la “cattedrale” di Microsoft in via Pasubio), che serve a far da cerniera ideale, da sorridente memoria, tra il mondo della creatività e della comunicazione che ha fatto la storia anche industriale di Milano e il suo futuro.
I Brera design days organizzati da Studiolabo sono alla seconda edizione, una settimana di workshop, mostre, incontri di profilo dedicate alle relazioni del design con la tecnologia, la progettazione smart, la grafica, ovvero le basi di pensiero dell’industria e dell’artigianato 4.0 che è uno dei motori dell’internazionalizzazione di Milano. Sessanta appuntamenti, venti location, ospiti dai nomi importanti. Non si parla più di “réclame”, ma di progettazione di app per la “vita intelligente”, dell’Internet delle cose, del rapporto tra empatia e tecnologia (in pratica: come le tecnologie e le intelligenze artificiali conquisteranno sempre di più e in modo sempre più dolce le nostre vite, anche grazie al loro design).
Il gran contenitore di tutto questo, dal 7 al 15 è la Milano Fall Design Week, seconda edizione dell’appuntamento coordinato dal Comune, secondo la filosofia tanto cara al sindaco Beppe Sala di calendarizzare sulla misura delle “settimane” gli eventi culturali-commerciali disponibili in città. E soprattutto di sottolineare, o creare, brand specifici e riconoscibili. La Fall Design Week è insomma un palinsesto di eventi che coordina cose diverse, per addetti operatori e grande pubblico, secondo il mix fortunato del Salone del Mobile. Al Museo della Scienza e della Tecnica ci sarà “ADI Design Index 2017”, la mostra dei migliori prodotti di design lanciati nel corso del 2016, all’Anteo ci sarà il Milano Design Film Festival, ci saranno eventi dislocati per tutti gusti e pubblici. Del resto, tutto quanto fa sistema.
Maurizio Crippa
ripa del naviglio