Stanislaw Rylko. Dallo scrivere i discorsi di san Giovanni Paolo II, ad arciprete dell'Esquilino
Papa Francesco gli aveva prospettato un trasferimento in patria, a Cracovia, ma Rylko, soprendendo perfino gli amici, ha detto no
Dallo scrivere i discorsi di san Giovanni Paolo II ad arciprete di Santa Maria Maggiore, un posto di solito riservato a cardinali pensionati o pensionandi, messi lì dai Papi per riconoscenza, a coronamento di carriere più o meno esemplari in giro per il mondo. Tutto si sarebbe aspettato, il povero e mite Stanislaw Rylko, meno che finire confinato all’Esquilino. Lui di anni ne ha 71 (in pensione si va a 75 e in qualche caso perfino a 80, dipende dalle idee che ha il Pontefice di turno), era il presidente del Pontificio consiglio per i laici. Soppresso il dicastero nell’ambito del riassetto amministrativo bergogliano, il porporato polacco sperava in qualche sistemazione consona al suo rango. Dopotutto in Vaticano i posti ci sono (pure troppi) e non ci sarebbero stati grossi probelmi. Anche perché Rylko un passante non lo è mai stato, anche se non suona il pianoforte come il nobilissimo cardinalone Baldisseri. Francesco lo sapeva, tant’è che gli aveva prospettato un trasferimento in patria, a Cracovia, la città di Wojtyla e del fervore cattolico senza pari in Europa. Ma Rylko, soprendendo perfino gli amici, ha detto no. Di andare in Polonia (cioè a casa sua) manco a parlarne. Il Papa sudamericano, a quanto si dice stupito e un po’ offeso, ha ascoltato, ha detto va bene e ha lasciato il cardinale a bagnomaria per settimane. Senza sapere in quale ufficio andare. Fino alla decisione: arciprete di Santa Maria Maggiore, a organizzare messe, sistemare i frati lì presenti, controllare i banchi disposti nelle navate. Quando si dice una poco misericordiosa pensione anticipata.