Tra taxi e stadio ecco il doppio Grillo
Morbido coi tassisti (ma poi: “Ve dovete attrezza’ co’ PayPal”), e in imbarazzo (e tanto) sulla questione Tor di Valle
Beppe Grillo è tornato in città, ma è come se fosse sdoppiato. Il Grillo-burlone del martedì ha potuto infatti scherzare sul Teatro Valle (“la prima cosa che farei qui è una polizza”) e dare manforte a Virginia Raggi paladina dei tassisti in sciopero selvaggio (salvo poi fare strane dichiarazioni quasi pro Uber: “… Se uno vuol pagare con PayPal devi essere attrezzato, se uno paga con carta di credito non gli puoi dire ‘Ahò, nun cio’ la carta de credito nun me rompe er ca… io nun te porto!’”). Ma il Grillo del mercoledì era tutta un’altra persona: cauto come neanche un parlamentare felpato da prima Repubblica, riceveva in hotel Luigi Di Maio e Paola Taverna, in attesa di incontrare in Campidoglio la sindaca e i consiglieri del M5s, e la cautela aveva un nome: lo stadio della Roma, su cui la giunta Raggi sta avviando una “procedura cautelativa” che potrebbe portare all’annullamento della delibera Marino che stabilisce la pubblica utilità della struttura.
Raggi vorrebbe che intervenissero Avvocatura e Soprintendenza (per “autotutelarsi”), ma Grillo sa, come pubblicamente dice, che “la situazione è complessa”. Complessa non soltanto perché il Movimento, dopo aver detto “no” alle Olimpiadi, forse comincia a rendersi conto che una parte dei cittadini romani, per non dire dei tifosi, lo stadio lo vorrebbe e non capisce il motivo del “niet” (e anzi lo considera motore di sviluppo), ma anche perché, lungo la linea “stadio nì-stadio no”, si dispongono le due eterne nemiche della telenovela Capitale: la sindaca Raggi e la plenipotenziaria romana Roberta Lombardi, che qualche giorno fa, per aver espresso la sua avversione totale non allo stadio in sé ma al progetto dell’As Roma (che rischia, a suo avviso, di essere “una colata di cemento”), si è guadagnata un severo monito sul blog di Grillo: “Sullo stadio della Roma decidono la giunta e i suoi consiglieri. I parlamentari pensino al loro lavoro”. E non è la prima volta: a inizio febbraio, infatti, nel momento in cui infuriava il “caso Romeo-Raggi-Marra”, Grillo, sempre sul blog, ribadiva la sua “stima” per il sindaco: “Chi è con lei è con il Movimento, e viceversa”.
Eppure quella di mercoledì non era una vera e propria caduta per Lombardi, ora parlamentare ma a lungo regista del M5s sul territorio, cosa che le ha permesso, negli anni, di percepire l’umore della base romana più di altri. Questo, nonostante l’attrito con Raggi, le permette un’indipendenza da Grillo che va oltre le note sul registro-blog. Grillo sa infatti che non c’è solo Lombardi, a parlare come Lombardi, ma sa anche che i “no” a oltranza a progetti per altri versi popolari potrebbero portare il Movimento a pagare il “caso Roma” nelle urne nazionali (“caso Roma”, per il momento offuscato dall’emergenza taxi).