Marzotto blues
"Niente lacrime, ma una festa in mio onore ogni anno”. Così la sua amica di una vita, Nori Corbucci, ha esaudito le sue ultime volontà
"Niente lacrime, ma una festa in mio onore ogni anno”. Con questo diktat, Marta Marzotto salutava per sempre la sua amica di una vita, Nori Corbucci e lei – quella con cui, più di ogni altra, ha condiviso gioie e dolori, eventi, cene, spettacoli e viaggi nel jet set internazionale – ha esaudito in poco tempo le sue volontà. Le è bastato un pomeriggio per organizzare, non troppe sere fa, una cena in suo onore con pochi, selezionatissimi ospiti, tutti insieme per ricordare la “nuvola bionda” che non rinnegò mai le sue umili origini, una donna esuberante ed estroversa, ribelle e generosa. Location prescelta, il ristorante “La Barchetta” in Prati, “the place to be qui a Roma”, come tiene a precisarci Marina Cicogna, una delle prime ad arrivare.
Tra le mani ha un qualcosa di peloso che assomiglia ad una pochette di Fendi, ma in realtà – scopriamo subito dopo – trattasi di un Volpino di Pomerania, “il cane preferito da Giancarlo (Giammetti, il socio/amico di Valentino, ndr), l’unico che può scorrazzare indisturbato sul suo yacht come nel suo jet privato”, aggiunge con quel savoir faire tipico di un tempo che non c’è più. Paola Sturchio, la padrona di casa, più esplosiva che mai, ci offre subito un bicchiere di gin tonic su cui campeggia una bandierina con la scritta “W Marta”, seguita da un cuore rosso. Sedute, poco più in là, ci sono Sandra Carraro, Lella Bertinotti, Elsa Martinelli, Barbara Palombelli, Laura Laurenzi ed Enrica Bonaccorti, tutte con un accessorio, al polso o al collo, “i regali di Marta nel corso degli anni”.
Il più notato? Il collier con due enormi pesci rossi indossato dalla costumista e produttrice Nicoletta Ercole, grazie alla quale vedremo presto un documentario dedicato a Marco Ferreri. La cena – un buffet più che sostanzioso – ha il suo inizio, tra risate e ricordi allietati dalle musiche di Raffaello, il preferito dalla Marzotto. C’è anche un pericolo d’incendio al tavolo dei Vanzina (un tovagliolo troppo vicino ad una candela), ma viene subito sventato. “È Marta – ci fa la Corbucci – è qui con noi: non la sentite?”.