Il cibo non ha crisi
Giornalisti che si fanno ristoratori, ristoratori che si fanno filosofi. E nessuno che fa il mestiere suo
Da nord a sud, a Roma è tutto un pullulare di ristoranti che nascono con una rapidità tale che neanche i veloci tulipani di Park Avenue, tra aprile e maggio. Che si tratti di un locale stellato, di una pizzeria, di una trattoria o di un bistrot ha poca importanza: per il romano, quello che conta è – come si dice da queste parti – “che se magni”. Quasi sempre, però, più che puntare sulla qualità del cibo e sulla decenza dell’ambiente (vogliamo parlare dei gazebo in plastica?), il nostro concittadino tipico, notoriamente pigro, preferisce la comodità. Della serie: uscire sì, ma se sotto casa è meglio. A coinvolgerli in questa città in cui neanche più l’arte del mangiare riesce a funzionare – e, se funziona, è sempre in maniera approssimativa – ci stanno pensando da tempo alcuni giornalisti, da soli o in società.
Tra i primi c’è Giacomo Rech, autore di diversi programmi storici Rai (uno su tutti, Superquark), che anni fa decise di aprire con sua moglie, anche lei giornalista, “Green T”, a pochi passi dal Pantheon, un vero ristorante cinese dove non c’è spazio per gli involtini primavera (non sono cinesi), ma per un cibo che, come l’arredo, rispetta le regole del Feng-Shui.
A seguire il suo trend, Alessandro Trocino e Antonio Scuteri. Il primo, ha aperto “Eggs” a Trastevere con le socie di “Zum” (tempio del tiramisù artigianale), un bistrot dove tutto, dagli antipasti al dolce, è fatto con le uova, principalmente di Parisi, l’imprenditore amato da Oliviero Toscani che alleva le sue galline a terra nutrendole con il latte di capra, da cui il colore bianchissimo del guscio e i prezzi non proprio pop.
Al secondo, si deve, invece, “Romeo”, il ristorante stellato diretto da Cristina Bowerman, la chef con il ciuffo fucsia, che dopo l’esperienza in Prati, ha inaugurato uno spazio enorme in piazza dell’Emporio, a Testaccio, cui ha aggiunto anche la pizzeria “Giulietta” con un doppio forno, napoletano e romano. Quelli che non li aprono, li frequentano (l’ultima moda è “Ercoli” ai Parioli), ma tutti si lamentano perché fa sempre molto freddo. Riscaldarli può essere una soluzione, che ne dite? Ecco, cominciamo da lì.