Il Papa ha già deciso chi sarà il cardinal vicario di Roma, anche se ha chiesto il parere del “pueblo”
Roba da cambiare religione tanto oscena è la situazione che vede Francesco nei panni dell’agnello circondato da lupi famelici e desiderosi di sbranarlo
Il Papa ha già deciso chi andrà a Milano al posto di Angelo Scola e chi a Roma al posto del vicario Agostino Vallini. Le primarie alla Casaleggio Associati, con tanto di ricorso al pueblo per farsi indicare i preferiti per le due grosse sedi episcopali, è niente di più che un segnale di buona volontà per dire che la gente comune, i fedeli tutti, il santo popolo di Dio è coinvolto nel lunghissimo iter canonico che porta alla selezione dei vescovi da mandare qua e là nel mondo. Poi, come sempre fa Francesco, sceglierà chi vuole lui. Senza troppo badare a rose, terne, sinodalità e rappresenatività, bigliettini, suggerimenti recapitati in sala mensa a Santa Marta tra una portata di rigatoni al sugo (il Mio Papa, rivista cool di questi tempi, ci ha fatto sapere che in Quaresima Francesco mangia molti rigatoni al sugo) e un’insalatina scipita.
Il nostro interlocutore, a dire il vero poco attento ai rigori alimentari quaresimali (sarà progressista, come si dice), ne è certo. Sciorina un nome dopo l’altro, dipingendo un quadretto mica male di scalatori in cerca della luce bergogliana, radiosi e santissimi al cospetto del Romano Pontefice e pronti quasi a maledirlo appena usciti dall’hotel dove abita il Papa. Una scenetta tragicomica da mettersi le mani nei capelli, roba da cambiare religione tanto oscena è la situazione che vede Francesco nei panni dell’agnello circondato da lupi famelici e desiderosi di sbranarlo. Ma siamo sicuri che il Papa è più furbo di loro: sorriderà molto, stringerà mani, darà tante pacche sulle spalle e poi colpirà andando (como siempre) a bersaglio. Lasciando schiere di delusi sull’uscio della porta sobria e pesante della sua suite.