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Le primarie del Papa

La Gran sottana

Vicario di Roma cercasi. Ma la consultazione tra suore e preti fa flop. Ecco cosa si dice sul sostituto di Vallini

Le primarie volute dal Papa per decidere chi diventerà il vicario di Roma al posto del pensionando Agostino Vallini, quanto a partecipazione del popolo chiamato a votare sembrano le votazioni online grilline. A fine marzo, raccontano gli esperti, sul tavolo del Laterano sono arrivate trentadue (ripeto, tren-ta-du-e) lettere. Cioè lo zero virgola qualcosa per cento del totale dei preti presenti a Roma. Non ha votato nessuno, tradotto in parole povere. Un flop, direbbero i più acidi. Eppure l’idea non era malaccio: dare l’idea ai fedeli (e ai sacerdoti) di poter incidere sulla scelta, roba da democrazia diretta che va tanto di moda. Niente da fare. Alle suore, evidentemente, non interessa indirizzare il loro vescovo vestito di bianco su un nome caro.

 

In queste settimane, laici clericali e lingue lunghe sempre attaccate alle sottane violacee svolazzanti hanno mandato messaggi WhatsApp e pizzini poco raccomandabili raccontando che questo o quel nome era in vantaggio, rispolverando vecchi arnesi messi in soffitta da Bergoglio e lanciando candidature destinate al più tragico dei fallimenti. Il Papa sa chi mandare a Roma, ma sa pure che il tempo è superiore allo spazio, che la pazienza è la miglior virtù e che fretta non c’è. Anche perché Vallini continua a fare quel che ha sempre fatto da quando ha preso il posto di Ruini e le parrocchie romane sanno andare avanti anche senza la “guida” del vicario. Dopo si vedrà. Di sicuro, Francesco vuole firmare la nomina prima dell’estate, e così sarà. Le strade sono due: o un prete che si occupi di pastorale o un burocrate attento alle relazioni con chi conta in città. Una sensazione su quel che deciderà il Papa qui ce l’abbiamo. Non è neppure troppo complicato capire qual è.

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