In Vaticano non tutti hanno gradito quanto detto dal Papa su Medjugorje
Quattro parole che hanno messo una pietra sepolcrale su più di trent’anni di presuntissime apparizioni ed estasi di veggenti qua e là nel mondo
Dicono i soliti beninformati che tra le sacre mura non tutti abbiano gradito il resoconto papale ad usum giornalistico su Medjugorje. Quattro parole che hanno messo una pietra sepolcrale su più di trent’anni di presuntissime apparizioni ed estasi di veggenti qua e là nel mondo. Solo sette, scrivono (di nuovo) i beninformati, sarebbero vere. Tutto il resto, no. E per il Papa – anche se si salva in corner dicendo che è una sua “opinione personale” – qualche dubbio c’è pure sulle prime. “Ma come si fa a dire che sono balle!”, esplode il solito monsignore curiale che almeno due volte all’anno sale la collinetta del santuario balcanico, facendosi largo tra le bancarelle di souvenir spesso di gusto imbarazzante. Parere non certo obiettivo, il suo. D’altronde mi spiegava che ce l’ha anche con l’emerito Ratzinger, colpevole (a suo dire) di non aver mai detto neanche mezza parola sul fenomeno, quasi a volerne prendere le distanze. E, soprattutto, di aver messo in piedi una commissione che indirettamente ha fomentato dubbi sulle apparizioni. Per affidarla poi al cardinal Ruini, notoriamente “prudente in faccende del genere, mica come Schönborn, che i veggenti li fa entrare in cattedrale a Vienna”. Ah, come sono lontani i tempi di Giovanni Paolo II che a Medjugorje avrebbe tanto voluto andarci! Comunque sia, aggiunge l’interlocutore, “non si arriverà mai a dire che è tutta una menzogna. Cadrebbe il mondo, la chiesa si spaccherebbe. Altro che scisma sulla comunione ai divorziati risposati. Qui c’è in gioco la devozione di milioni di persone, centinaia di conversioni. E poi Gesù ha detto che ogni albero si riconosce dal suo frutto”. Sarà anche così, ribattiamo. Ma la chiesa su Medjugorje spaccata lo è già, basta guardare le scazzottate tra i francescani del luogo e i vescovi che si sono succeduti. I primi convinti della veridicità delle apparizioni, i secondi pronti a sfidare il mondo e perfino il Papa pur di smascherare il “diabolico inganno”.