Cravatte e mortazza
Apre Marinella a Roma, e dentro ci trovi il berlusconismo d’antan. La sinistra va invece da Lisa Corti
Dove sono finiti gli uomini in cravatta? Quell’accessorio da tempo oramai più che desueto cerca di tornare alla ribalta, ma non ce la fa, figuriamoci qui, dove ogni volta che arriva un prodotto, un brand o un qualcosa che ha a che fare con l’eleganza, finisce sempre col “romanizzarsi” il giorno dopo, trasformando il tutto in una gran caciara, asusual. Nonostante ciò, Maurizio Marinella e suo figlio Alessandro, storici eredi del marchio di cravatte made in Napoli e conosciuto in tutto il mondo, hanno deciso di provarci aprendo il loro primo negozio a due passi dal Parlamento. L’inaugurazione, se si eccettua il prezzemolino Chicco Testa, è stata un concentrato di berlusconismo d’antan, da Bruno Vespa a Gasparri (con signora e il cane Cindy), gli unici incravattati in quegli spazi dove – tra camicie, borse, caschi e cornetti antisfiga in bella mostra è arrivata anche la pizza “co la mortazza”, “’a morte sua”, come ha ricordato un noto attore senza la sua spalla.
Atmosfere diverse, per fortuna, in via dei Coronari dove, da qualche anno, Lisa Corti – storica designer originaria di Asmara con boutiques a Milano e a Firenze – dopo anni in via di Pallacorda, ha deciso di aprire lì il suo quartier generale romano, l’Home TextileEmporium su due piani. “La mia non è una moda, ma un modo di essere”, ci dice fissandoci con i suoi occhi grigio-celesti, scortata dalla titolare Annalisa Passigli con la quale sembra aver creato un cosmo in cui la sciatteria capitolina viene lasciata all’esterno. I loro tessuti colorati ed accessori sono amati da Valeria Bruni Tedeschi e dalla Golino, dalla Gruber e da Catherine Spaak, vicine di casa, e tra i clienti ci sono anche Marianna Madia e la Finocchiaro, Mentana con Fassino e uno Stefano Bartezzaghi (il marito) più innamorato che mai. Al cocktail arriva anche la ex compagna di liceo di Renzi, Chiara Francini, attrice, col fidanzato Fredrick. Il bello è tutto lì dentro, il brutto è tornare poi fuori.
Giuseppe Fantasia