La misteriosa ricomparsa del cardinale del Mali. Con tanto di birra
Dicevano (maligni?) che era ammalato, e invece eccolo il nuovo cardinal Jean Zerbo
Alla fine c’era pure il maliano arcivescovo di Bamako, Jean Zerbo. L’avevano dato per disperso e fino a quarantott’ore fa manco si sapeva se sarebbe venuto a Roma per ricevere il biretum rubrum, cioè la porpora cardinalizia. Avevano detto che si era preso la malaria, poveretto. E a quell’età (73 anni) non si può mai sapere… Oddio: in realtà a dire che era malatissimo erano stati i suoi confratelli, cioè i vescovi della Conferenza episcopale del Mali. Malato, allettato e impossibilitato a prendere un aereo. Tutte balle, perché qualche ora dopo il ferale annuncio, ecco spuntare Zerbo a Roma, a due passi dal Vaticano, comodamente seduto in poltrona e con una bella birrozza gelata audacemente posata sul tavolino. Che è successo? Nessuno lo sa e le mezze frasi su “banali errori di comunicazione” sanno tanto di scuse. Il fatto è che in due mesi sul povero mons. Zerbo, uomo impegnato nel processo di pacificazione in Mali, se ne sono dette di tutti i colori. La più pesante è quella messa per iscritto dal Monde, e cioè che il neocardinale in Svizzera aveva conti protetti per una cifra di circa 12 milioni di dollari. Scandalo, indignazione. Qualche lingua velenosa e pettegola sottana già parlava d’un Papa furioso decisissimo a cancellare il nome di Zerbo dall’elenco dei novelli porporati (e Zerbo non era un di più, ma era il primo della lista). Altre balle. Francesco sorrideva mentre metteva al dito del cardinale l’anello. Ricordando a lui, come a tutti gli altri quattro, che la loro missione era “usque ad effusionem sanguinis”. Naturalmente cum Petro et sub Petro.