Chi sarà il prossimo a essere licenziato dal Papa?
Non vengano a raccontarci che le uscite dei due, e cioè di Pell e Müller, sono acqua fresca o, come neanche fossimo in epoca di congressi democristiani o comunisti, “normale turnazione”
"Ah, adesso bisogna vedere a chi tocca!”, dice sorridendo la suora che mi accoglie mentre l’eminentissimo che tutto degli intrighi di Palazzo sa mi vuol vedere per parlare di chissà cosa (io speravo in qualche gossip sulle ultime “uscite” vaticane e invece mi illustra l’idea per un libro di futura uscita su tematiche non proprio di strettissima attualità). Vabbè, così davanti a un ventilatore un po’ agée e a una bottiglietta d’acqua semi congelata, la Pia sorella dice quel che un po’ tutti pensano al di là del Tevere, e cioè che sono tempi bui, d’incertezza, di crisi, e che non si sa quel che potrà capitare domani. E che comunque siamo nelle mani del Santo. Io: “Santo Spirito o Santo Padre”. La suora: “… Tutti, tutti e due”. Bene. Comunque non vengano a raccontarci che le uscite dei due, e cioè di Pell e Müller, sono acqua fresca o, come neanche fossimo in epoca di congressi democristiani o comunisti, “normale turnazione”. Balle. Da quando è uscita la voce della sostituzione del tedesco con l’anziano ispanico, in Vaticano è partito il giochetto per capire chi sarà il prossimo a essere “ringraziato per il lavoro svolto” e congedato. C’è chi dice l’ottuagenario cardinale Coccopalmerio, un po’ imbarazzato per i gossip sul suo stretto collaboratore spedito in un monastero a espiare qualche colpa di troppo, c’è chi parla di Sarah perché troppo conservatore e chi fa l’elenco di altri improbabili cardinaloni in uscita. Chissà. Certo che se l’estate doveva essere tranquilla, bisognerà ricredersi in fretta. Il Papa, dopotutto, ferie non ne ha mai fatte.