Alta Roma sembra una saga di paese
Alle sfilate niente glamour (e pochi stranieri), e c’è Balestra che dice: “Sono l’unico a fare vera moda”. Gulp!
Ma cos’è Alta Roma? Più che un appuntamento con la moda, a tratti sembra una sagra di paese. Renato Balestra – lui che mesi fa elogiò la bellezza della Raggi (ma è un’altra storia) – dice di essere rimasto il solo a fare alta moda in città (si chieda il perché): la stampa straniera è sempre di meno, di star interessanti neanche l’ombra e su quei vestiti c’è solo da stendere un velo. Meno male che dalla sua Alghero e da Milano arriva Antonio Marras, che qui a Roma ha deciso di passare il timone della linea young (I’M Isola Marras) al figlio Efisio. Seduti front row, sfilano ribelli bad girl con vasi di piante in mano come fossero delle pochette ed è impossibile non pensare alla Mathilda di Léon di Luc Besson. Paolo Maria Noseda, l’interprete più richiesto dall’editoria, dal cinema e dall’arte,è molto spiritoso. La sua voce è magnetica e in molti – la pr Maria Bonmassar per prima – dicono di volerla nello smartphone al posto dell’odiosa Siri. Ad una cena al Circolo della Caccia – dove, per iscriversi sono necessari quattro quarti di nobiltà nelle vene (fanno un esame del sangue per controllare?) – tra stucchi d’oro zecchino resistiamo poco. Meglio spostarsi in un altro club, ma a Capalbio: nella storica torre di Macchiatonda, molto amata da Marco Ferreri, è nato l’esclusivo “La Macchia” grazie alle capacità di Luca Del Bono e all’intraprendenza di Carlo Puri Negri. Quando entrano Matteo Ceccarini ed Eva Riccobono, sono in molti a perdere il fiato. Quello dell’Ultima Spiaggia poteva essere davvero l’ultimo compleanno (il 30esimo) per via dell’incendio sviluppatosi il giorno dopo in un campeggio vicino. Si aspetta adesso agosto per festeggiare in pompa magna, con i fuochi (d’artificio).