Il problema dei bus turistici a Roma e quell'idea sbagliata di turismo
Perché fa parte di questa “idea di città” consentire la trasformazione del tessuto commerciale in un susseguirsi di minimarket, di fast food, bancarelle, B&B abusivi
Sembra assurdo, per chi conosce i regolamenti in vigore, constatare che i bus turistici hanno accesso illimitato nel centro, parcheggiano quotidianamente in lunghe file in divieto di sosta davanti ai siti monumentali e non riuscire a ottenere sanzioni in alcun modo. Penso a via di San Gregorio al limite di piazza del Colosseo fino al Circo Massimo dove sul lato destro vi sono due stalli e divieto di sosta h 24. Ma, nonostante i divieti, ogni giorno la via è una fila ininterrotta di pullman. Penso alle file a pochi passi da Fontana di Trevi presso il traforo dove è consentito solo 1 stallo, ma anche ai lungoteveri e davanti alla basilica di Santa Maria Maggiore (in doppia fila), davanti alla torre medievale dei capocci. Qui addirittura non è previsto nemmeno uno stallo, eppure il pullman sono onnipresenti.
Ancor più incomprensibile, in ragione di ciò, è la foga con cui ci si accanisce contro gli spostamenti dei residenti e degli artigiani del centro cui sono state decuplicate le tasse sulle loro automobili (ben meno inquinanti e invadenti di questi mezzi). E incredibili sono pure le pedonalizzazioni forzate delle varie vie con rimozione di tutti i posti auto, il taglio delle linee dei bus Atac, l’assenza di corsie per le bici. Tutte scelte che hanno il risultato di rendere inabitabili i luoghi per molte famiglie e artigiani oltre a mandare in tilt la circolazione.
Ma ragionandoci si evince un disegno.
C’è un’idea di città dietro queste scelte, dietro questi indirizzi politici secondo cui il sito Unesco, grande come la città di Milano, deve essere evacuato da residenti e artigiani per far posto al turismo di massa. Fa parte di questa “idea di città” consentire la trasformazione del tessuto commerciale in un susseguirsi di minimarket, di fast food, bancarelle, B&B abusivi. Peccato però che così la città muore, perde i valori storici culturali e identitari patrimonio di tutti. E inoltre perde ogni attrattiva per il turismo di qualità. Tutto per vendere qualche mutanda e Colosseo di plastica in più.