“In Campidoglio c'è un programma. E gli assessori hanno il dovere di seguirlo”
Parla la consigliera Sara Seccia: “L’indirizzo politico lo diamo noi. La giunta deve solo collaborare”
Roma. Sara Seccia va di fretta. “Siamo in piena sessione bilancio, lavoriamo sodo”. E però, confessa la consigliera comunale a cinque stelle, una pausa se la prende volentieri. “Solo due minuti, poi devo tornare in aula dove Gianni Lemmetti coadiuva le nostre attività”. E ci sarebbe quasi da scherzare, da far notare che almeno con lui, col nuovo assessore al Bilancio arrivato da Livorno, i rapporti parrebbero buoni. Se non fosse che anche in quel “coadiuva” così accuratamente scelto, e scandito con nettezza, c’è già una traccia di certe recenti tensioni tra il gruppo M5s e la giunta (“divergenze fisiologiche” le ridimensiona lei). Come a dire che l’assessore quello deve fare: collaborare col Consiglio.
Da alcuni esponenti della giunta però trapela insofferenza verso le vostre rivendicazioni.
“Noi abbiamo delle pretese legittime. Il programma va portato avanti e rispettato, perché per questo siamo stati eletti”.
Non rischia di generare delle fratture, questo vostro atteggiamento?
“Facciamo semplicemente il nostro dovere di consiglieri di maggioranza: diamo l’indirizzo politico alla giunta. Che ha il compito di portarlo avanti, essendo l’organo esecutivo. Questa è la regola”.
Prima lo scambio di battute al vetriolo tra l’assessore Adriano Meloni e il consigliere Andrea Coia. Poi lo scontro tra il vostro collega Enrico Stefàno e la titolare dei Trasporti, Linda Meleo. Converrà che c’è qualcosa di più, che non semplici “divergenze”?
Ci sono 29 consiglieri da un lato e una squadra di assessori dall’altro. E’ inevitabile che sopraggiungano delle differenze di vedute. Ma la responsabilità della maggioranza sta soprattutto nel superare le difficoltà e arrivare all’obiettivo, in ogni caso.
Alcuni assessori talvolta scantonano rispetto al vostro programma?
Può capitare che si portino in Aula, o in giunta, provvedimenti che non ricalcano il nostro programma. Ma questo capita perché, oltre al programma, esistono temi collaterali che in ogni caso vanno portati avanti per gestire una città come Roma.
Parla in politichese, consigliera?
Diciamo che a volte può capitare che un assessore prenda iniziative in autonomia; ma il Consiglio deve avere l’ultima parola.
Il fatto che alcuni assessori non siano romani, ma un po’ calati dall’alto, rende più difficile i rapporti?
Non è importante che un assessore provenga dal nostro territorio. A volte è persino preferibile evitare alla radice il rischio di collegamenti diretti con certe realtà opache prettamente romane. E’ ovvio poi che i rapporti vanno costruiti e coltivati per lavorare in sintonia anche con chi è diretta espressione del movimento locale.
Ultimamente si nota un certo maggiore protagonismo, anche mediatico, da parte di voi consiglieri. Scelta voluta?
E’ il momento che i consiglieri si facciano sentire e vedere di più. Scelta voluta, quindi: assolutamente.