Tempo di Pink Floyd al Macro
Ecco chi c’era al party “per ospiti selezionatissimi” in onore di Roger Waters e Nick Mason
A Roma non ci resta più oramai nemmeno il cinema, tanto che per vedere dal vivo Steven Spielberg e i protagonisti del suo “The Post” - Meryl Streep e Tom Hanks – si va a Milano, per una prima con tutti e tre i premi Oscar (ma chi la veste la Streep? Stylist di tutto il mondo, fatevi avanti, basta che abbiate gusto), applauditi, da Daniela Santanché che con le sue tante paillettes sui pantaloni verde acqua, sembra una sirena, la cantante Emma in total black come Caterina Balivo e il marito banchiere/scrittore Guido Maria Brera. Tornati nella Capitale, piazza Vittorio è bloccata in pieno giorno: un altro evento? No, c’è caos perché una cliente è stata chiusa dentro l’OVS da una frettolosa commessa che voleva fare pausa pranzo.
Al Museo Macro, nel frattempo, sì, proprio quello che ha come nuovo direttore Giorgio De Finis, scelto dall’assessore Luca Bergamo senza un bando aperto, le conferenze stampa hanno un che di incredibile. Chi le organizza non potrebbe invitare meno gente o – quantomeno – assicurare un posto a sedere a chi deve lavorare davvero, prevedere un audio migliore e uno spazio ordinato per i fotografi? Noi abbiamo sentito solo i flash e operatori gridare “seduuuti!” a fan dell’ultima ora che disturbavano con i loro smartphones. Il motivo? La presenza di Roger Waters e Nick Mason dei Pink Floyd per la mostra dedicata ai cinquant’anni della band, splendida, non c’è che dire, ma già vista a Londra. Il party è riservato “solo a selezionatissimi ospiti”, con Carlo Verdone che ha sempre le cuffie alle orecchie (probabilmente, per non sentire, ciò che dice la Raggi, anche lei presente), il figlio di Audrey Hepburn, Luca Dotti, in gran forma, i registi Marco Risi e Renato De Maria, la scrittrice Francesca D’Aloja, Ginevra Odescalchi e Yvonne Sciò, che scappano via poco dopo. “Oooh, is it just a waste of time”, canterebbero i festeggiati.