Per pulire Roma Virginia Raggi preferisce affidarsi agli Amici (di Maria De Filippi)

Massimo Solani

Il sindaco esalta i ragazzi dell'accademia televisiva costretti a raccogliere i rifiuti per punizione. Ma ignora e blocca le associazioni che ogni giorno si occupano di giardini e parchi dimenticati dall'amministrazione. Che protestano

Il metodo “Amici” applicato al volontariato e piccole cronache della mutazione genetica di un Movimento nato dal protagonismo civico delle battaglie territoriali e diventato poi macchina di consenso elettorale. Questo devono aver pensato sabato scorso i rappresentanti di alcuni dei comitati di volontari romani che si occupano di verde pubblico e decoro vedendo la sindaca Virginia Raggi lodare i ragazzi dell’accademia televisiva di Maria De Filippi che in settimana avevano scontato una punizione affiancando il lavoro degli operatori ecologici Ama per le strade della Capitale.

  

  

“Perché non organizziamo uno spettacolo nel quale ci aiutate a insegnare alle persone come rispettare la nostra città e come renderla più bella e pulita? Vi aspetto in Campidoglio”, è stato l’invito della sindaca rivolto ai ragazzi davanti a più di tre milioni di spettatori. Un invito che invece associazioni e comitati che ogni giorno si occupano di tenere puliti giardini e parchi dimenticati dall’amministrazione comunale non hanno mai ricevuto, nonostante da mesi protestino contro la determina dirigenziale numero 624 che il 3 agosto ha imposto nuovi lacci burocratici e costi assicurativi obbligatori a chi richiede l’autorizzazione del Comune allo svolgimento di attività di volontariato per la manutenzione occasionale del verde cittadino.

 

È il caso del comitato di Quartiere di Grotta Perfetta o di quello del Parco Giovannipoli che dal luglio del 2014 ha in custodia l’area verde del quartiere Garbatella e si occupa tra l’altro delle opere di manutenzione ordinaria, come la raccolta dei rifiuti e la pulizia dei cestini, e di quelle di manutenzione straordinaria come il taglio dell’erba, il ripristino delle panchine e la sistemazione delle siepi. E sono state proprio le due associazioni, a novembre, a presentare un ricorso al Tar contro la determina dirigenziale chiedendone (invano) la sospensione. “Ci sembra paradossale che un’amministrazione blocchi cittadini impegnati in un’azione di tutela e salvaguardia del territorio quando poi lo stesso Ente non è in grado di svolgere i suoi compiti istituzionali”, hanno infatti scritto lanciando la propria campagna di protesta #volontariaBUSYvi.

 

Ora, dopo la bocciatura del Tar, i comitati non si sono persi d’animo e hanno deciso di rivolgersi al Consiglio di Stato. “Non ci arrendiamo, non ci faremo soffocare dalla burocrazia, e intimidire dalla paura della partecipazione e del confronto – hanno spiegato – A noi piace sognare, e oggi vogliamo sognare di poter vivere in una Roma dove i cittadini possono prendersi cura del proprio territorio. Dove possono esprimersi liberamente con mille soluzioni per valorizzare piazze, strutture, aree verdi, stazioni e metropolitane. Soprattutto, come accade nel Comune di Roma, quando un’Amministrazione dimostra ogni giorno di non essere in grado di farlo. Davvero – hanno concluso – non la comprendiamo l’allergia ai cittadini che vogliono essere parte della soluzione, da arte dell’attuale giunta capitolina”. C’era un tempo il Movimento dei meet up, del protagonismo civico e della partecipazione diretta. Ora c’è il metodo “Amici”.

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