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Con il concordato sull'Atac faranno "fallire il comune", ci dice Onorato

Valerio Valentini

“Il concordato ha senso se hai un piano industriale", spiega il consigliere comunale, braccio destro di Alfio Marchini

Roma. “Cari lavoratori, le vostre assenze sono del 40 per cento superiori alla media nazionale. Se entro un anno non vi rimettete in linea, mettiamo il servizio a bando”. Questo è quello che Alessandro Onorato, consigliere comunale, braccio destro di Alfio Marchini, dice che avrebbe fatto con Atac se al Campidoglio fosse arrivato lui, un anno e mezzo fa.

 

E invece Raggi ha scelto il concordato.

“Anticamera del fallimento”.

 

Com’è catastrofico.

“Il concordato ha senso se hai un piano industriale. Qui invece fanno fallire il comune, che ha in pancia una serie di crediti che potrebbero venire svalutati”.

 

Sta dicendo che aveva ragione Andrea Mazzillo, l’ex assessore al Bilancio?

“Proprio così”.

 

Lei, Onorato, cosa farebbe?

“Serve uno shock. Bisogna mettere a bando il servizio, come propongono i Radicali”.

 

Raggi dice che Atac va mantenuta pubblica.

“Come se questo interessasse ai romani.

 

Non è così?

“Ad Atac sono affezionati i 13 mila dipendenti. E perché gli stessi strepiti sul pubblico non li ho sentiti quando si è deciso di licenziare 400 lavoratori della Multiservizi?”.

 

Se si mettesse a bando il servizio, Atac rischierebbe effettivamente di perdere.

“Potrebbe partecipare alla gara, e sarebbe uno stimolo per tutti: lavoratori, management, sindacati. Il primo da decenni”.

 

Lamenta una scarsa dedizione?

“Un solo esempio: abbiamo l’evasione dei biglietti più alta d’Europa. E questo anche perché alcuni sindacati minori, spalleggiati dai 5 Stelle, garantiscono i lavativi. E così perdiamo 100 milioni l’anno di mancati introiti”.

 

Dicevano che avrebbero cambiato tutto, i grillini.

“Hanno trasformato le municipalizzate nel loro bacino di voti. Sorprendente”.

 

In che senso?

“Speravo che potessero invertire la rotta. Ma se guardiamo gli indicatori sulla vendita dei biglietti e sui chilometri percorsi, ci accorgiamo che nell’ultimo anno siamo in calo su tutti i fronti. Eccola, la cura Raggi”.

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