Papa Francesco e il toto porpora
Oltretevere si mormora di nuovi cardinali entro l’anno. Tanti dubbi ma un nome circola: Bartolomeo Sorge
Ma come un concistoro? Eminenza, ne hanno da poco fatto uno”, dico al cardinale che mi riceve nel salotto di casa (pavimento davvero vintage, con quel marmo verdognolo circondato da parquet). Dall’ultima volta che l’avevo visto, il cardinale sembra ringiovanito: “Diciamo che ho trovato la pace dei sensi”, dice mettendosi subito a ridere mentre giochicchia con l’anello al dito. La suora entra e mi porta un sobrio bicchiere d’acqua – “Non è ancora quaresima”, dice l’eminenza domandandomi se preferisco un succo al mirtillo. Rispondo che va bene l’acqua ma vorrei che si passasse subito al tema messo sul tavolo dall’interlocutore: il concistoro. “Non lo so, vedremo, ma la prassi qui è di riempire subito il buco che si apre. I posti liberi sono pochissimi, però sa, qua si dice che qualche porpora sarà dispensata anche in codesto 2018”. Chiedo i nomi. “Il criterio è quel che conta, non s’aspetti di vedere italiani residenziali, ma si andrà sempre di più a pescare lontano. Con il problema che poi questi vescovi cardinali a Roma neppure ci vengono”. Parte la ridda delle supposizioni, che è inutile trascrivere, intervallata com’è dai “boh”, “forse”, “potrebbe”. Un nome però l’eminenza lo fa, è un italiano e ha pure un bel po’ di anni: “Bartolomeo Sorge, gesuita coltissimo, ultraottantenne e quindi non elettore, ex direttore della Civiltà Cattolica, il candidato che Giovanni Paolo I voleva come Patriarca di Venezia al suo posto. Gode di ottima stampa sa? L’altro giorno intervistato non ricordo più dove ha detto che l’Humanae vitae del prossimo santo Paolo VI era inadeguata da un punto di vista pastorale”.