Altro che smart city. Due mesi di attesa per fare la carta d'identità
Il 4 marzo si vota, sportelli del comune in tilt, rimarranno aperti anche sabato 3 e domenica 4. Ma non funziona nulla
Roma. I più fortunati devono aspettare fino alla fine di marzo o la prima settimana di aprile. La maggior parte possono mettersi il cuore in pace fino all’inizio di maggio. Molti sono costretti a ripassare a giungo mentre tantissimi a oggi non hanno modo neanche di sapere quando potranno presentarsi a uno sportello per presentare la domanda. “Nessuna disponibilità” segnala sconsolatamente “TuPassi”, la piattaforma on line attraverso la quale dal 2015 si può fissare un appuntamento con i servizi anagrafici del Comune di Roma (e non solo). Un servizio studiato per eliminare le code interminabili e rendere più efficiente l’organizzazione degli sportelli comunali. Solo che di fronte alle attese interminabili necessarie per chiedere una nuova carta di identità elettronica, a Roma anche la tecnologia sembra costretta ad arrendersi.
Un bel problema, soprattutto sotto elezioni quando migliaia di cittadini avranno bisogno di un nuovo documento di identità per andare ai seggi. La geografia delle liste d’attesa, aggiornata a inizio settimana, è variegata ma impietosa. Il municipio più “virtuoso”, infatti, è il X dove il primo appuntamento disponibile è per il 22 marzo. A Ostia si è votato a novembre scorso, infatti, ed è possibile che gli uffici siano meno congestionati perché il boom di richieste ci potrebbe essere stato proprio in prossimità delle urne. Va leggermente peggio nell’XI e nel XII municipio dove secondo la app “TuPassi” i primi appuntamenti disponibili sono a inizio aprile, mentre non c’è nessuna possibilità di recarsi allo sportello anagrafe dell’VIII municipio prima del 27 aprile. Va decisamente peggio, invece, ai residenti del centro storico (I), e a quelli dei municipi II, III, V, XIII e XV dove invece l’attesa si protrarrà fino alla seconda, terza settimana di maggio. La lista di attesa è invece ancora un mese più lunga al XIV mentre addirittura non se ne vede proprio la fine negli uffici anagrafe di ben quattro municipi (IV, VI, VII e IX). Che significa che per un bacino di utenti residenti che sfiora il milione di persone non c’è “nessuna disponibilità” di date in cui fissare un appuntamento per richiedere una nuova carta di identità.
Così per tutti i romani che avranno bisogno di un nuovo documento di identità per presentarsi ai seggi elettorali il 4 marzo resta un’unica soluzione, che però si annuncia complicata. “I nostri sportelli resteranno aperti anche sabato 3 e domenica 4 – ripetono all’ufficio relazioni con il pubblico di tutti i municipi e gli operatori del servizio “060606” – quel giorno chi ne avrà bisogno potrà presentarsi senza appuntamento e gli sarà immediatamente consegnata una nuova carta di identità cartacea”. Evidente a quel punto il rischio caos negli uffici. Dove fra l’altro si riverseranno, come succede storicamente a ogni consultazione elettorale, anche quanti avranno bisogno di una nuova tessera elettorale. Considerando peraltro che, già da ora, in alcuni municipi (I, VII e XIV) non è già più possibile prenotare attraverso la piattaforma digitale un appuntamento per il rinnovo del certificato elettorale in tempi utili. Nel V, ad esempio, le proteste dei cittadini dei giorni scorsi hanno costretto il minisindaco Giovanni Boccuzzi ad aprire dei nuovi sportelli dedicati unicamente al rilascio delle tessere elettorali a cui rivolgersi senza prenotazione, col vecchio numero della fila in sede.
Proteste che nei giorni scorsi, attraverso i social, sono arrivate anche all’assessore a Roma Semplice, Flavia Marzano che non ha potuto che ammettere che “i tempi per il rilascio delle carte di identità sono troppo lunghi”. “Mancano 200 amministrativi con delega alla firma della sindaca, essenziali allo svolgimento dei servizi agli sportelli anagrafici” denunciava invece nei giorni scorsi il consigliere Francesco Figliomeni di Fratelli d’Italia in una interrogazione rivolta alla sindaca Virginia Raggi. Del resto il problema è chiarissimo da tempo e già nella scorsa primavera l’assessore Marzano aveva provato a mettere una toppa intervenendo sulla gestione della app “TuPassi” per impedire le prenotazioni multiple e evitare così la saturazione delle liste d’attesa. Intervento che però non è bastato a risolvere la situazione e a snellire una mole di lavoro che il Campidoglio stima in oltre 250 mila domande annue per il solo 2018. Anche per questo a gennaio la prima cittadina aveva chiesto aiuto al Viminale e in un incontro con il ministro dell’Interno Marco Minniti aveva ottenuto il rafforzamento del servizio con l’invio di 45 nuove postazioni per la lavorazione delle carte di identità elettroniche da aggiungere alle 45 già presenti. Passato un mese, però, la situazione è ancora ferma e delle prime 25 postazioni da istallare nei Municipi indicati dal Campidoglio non c’è ancora traccia. Le altre 20 postazioni, invece, saranno a disposizione della cittadinanza soltanto quando il Campidoglio aderirà al portale “AgendaCie”, il sistema on line del Viminale di prenotazione per il rilascio della carta di identità elettronica.