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Da Zingaretti a Lombardi, l'eccezione politica del Lazio

Marianna Rizzini

Il governatore #stasereno anche senza maggioranza. La grillina è invece “fuori linea” rispetto a Di Maio

Roma. L’eccezione laziale è lì, e oggi si è autorappresentata durante l’incontro (il primo dopo le elezioni tra il neo-presidente della regione, il riconfermato governatore pd Nicola Zingaretti, e il sindaco a Cinque stelle Virginia Raggi). Un incontro tecnico su trasporti, rifiuti e anche sulla nuova destinazione degli spazi dell’ex ospedale Forlanini.

 

Eccezione, dunque, il Lazio, e anche specchio rovesciato dell’Italia dove il Pd ha perso tutto e il M5s ha vinto, ma non tutto. Zingaretti infatti è presidente, ma senza avere la maggioranza. E però negli ambienti zingarettiani sono tranquilli (parola d’ordine: “Stiamo a guardare”). Ma perché Zingaretti “#stasereno”? Non è soltanto per la soddisfazione del recupero voti al Pd (gli zingarettiani dicono: dai dati post-elezioni emerge che molti ex cinque stelle “hanno votato Pd”). C’è, alla base, come ricordava ieri Simone Canettieri sul Messaggero, la consapevolezza che il Pd può pure non avere la maggioranza, ma che le opposizioni sono “divise in sette”. I tre tronconi principali, infatti – il centrodestra di Stefano Parisi con 15 consiglieri, i Cinque stelle di Roberta Lombardi con 10 consiglieri e la lista civica di Sergio Pirozzi con un consigliere – sono infatti a loro volta scindibili (e in alcuni casi già scissi) in correnti e sottocorrenti. Dire per esempio “Energie per l’Italia” non è come dire “Forza Italia” (dove non è la stessa cosa dire “gasparriani” o “tajanisti”), e dire M5s può voler dire “seguaci di Roberta Lombardi” o “fedelissimi di Valentina Corrado”, che di Lombardi non è fan. Di fronte a questo fiume con i suoi sette rivoli il governatore pd, seduto sulla riva, non ha al momento paura che l’unione faccia la forza. Lombardi, intanto, Faraona non vincitrice, sembra confermare l’eccezione laziale anche sui temi: ieri su Facebook la ex candidata governatore del M5s annunciava infatti che “per i cittadini di Marino arriva il reddito di cittadinanza… mentre le altre forze politiche si trincerano dietro fake news, il M5s agisce, portando a termine le promesse fatte…”. Mentre Luigi Di Maio, sullo stesso argomento, dichiarava: “Non abbiamo intenzione di dare soldi alle persone senza fare nulla. Sono cose che ho visto in un altro tempo. Noi crediamo nella flex security… Vogliamo uno stato che, sul modello dei paesi più liberali, quando una persona viene licenziata, la prenda per mano e la porti a un reinserimento nel mondo del lavoro. Nessuno potrà starsene sul divano per avere accesso a questi servizi. I datori di lavoro si vedranno sgravati dall’onere dei costi della formazione di un lavoratore”. Si vedrà in questi giorni come l’eccezione laziale potrà farsi – e se si farà – laboratorio di coalizioni anomale (o governi “di tutti”).

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.