Il vescovo indignato dall'esortazione papale sullo scandalo pedofilia
Silenzio vietato: “Ci sono parole contro un cardinale!”
La pennetta al salmone restava lì sul piatto, a penzoloni sulla forchetta, mentre il vescovo sciorinava uno dopo l’altro i paragrafi dell’esortazione papale diffusa martedì scorso. “Secondo lei chi l’ha scritta?”, mi domandava. Risponda lei, replicavo spiegandogli che dell’esistenza di quell’esortazione avevo appreso solo leggendo l’Avvenire che ne regalava una copia omaggio. “Non lo so, ma so che un minuto dopo la pubblicazione del testo sul sito internet della Civiltà Cattolica del padre Spadaro c’era già un commento critico al testo”. E sarebbe strano?, chiedo. Il presule ridacchia e beve la sua Coca-Cola. “Il documento è interessante”, osserva. “Interessante, già”, aggiunge. Dopo una pausa durata una manciata di secondi serviti a trasformare la mollica di pane in una sfera quasi perfetta, riprende: “Non si erano mai lette in un’esortazione apostolica frasi contro cardinali di Santa Romana Chiesa”. Il riferimento, mi spiega poi mentre taglia l’ananas, è al cardinale Robert Sarah, il capo della liturgia che ha scritto un libro sull’importanza del silenzio e sul bivio davanti al quale prima o poi l’uomo viene a trovarsi: o Dio o niente. Nell’esortazione il Papa se la prende con quelli che parlano solo di silenzio – a Francesco pare piaccia il rumore costante e chiassoso – e il padre Spadaro, commentando il testo, scrive che “l’alternativa o Dio o il nulla è errata”. Non è che si vedono un po’ troppi complotti anche dove non ci sono?, domando in modo perplesso. Ulteriore risata. “Ah nessun complotto, io solo constato la realtà, i fatti, le parole sulla carta”.