Concistoro all inclusive
Il Papa spariglia le carte e crea cardinali anche personalità “distanti”. Si notano le assenze
Il vegliardo cardinale che in Quaresima diceva di dubitare su un concistoro entro giugno è stato smentito dal Papa, segno che Francesco fa quel che vuole e poco di quel che vuole fare dice in giro. E però la voce circolava da parecchio, qualche monsignorino pure s’esercitava col toto-cardinale, andando a cercare “in periferia” i nomi più improbabili, visto il trend seguito da Bergoglio. Chiamo il vegliardo cardinale: “Eminenza, ha visto?”. “Cosa, i cileni?”. “No, i nuovi cardinali. Lei dubitava”. “Sono persone stimatissime, eccellenti sotto ogni punto di vista”. Al che domando se li conosca tutti, il che mi pare difficile, considerando che nella lista ci sono vescovi presi dal Madagascar, dal Giappone e dalla Bolivia. E infatti avevo ragione. “A me piace che il primo in lista sia un Patriarca orientale. Poi mi piace che ci sia il bravissimo professore Ladaria. E mi piace che non ci siano personaggi che temevo di vedere”. Chiedo i nomi, ma il cardinale fa muro. “Guardi, è un concistoro diverso dai precedenti, direi più inclusivo. Il Santo Padre ha sparigliato le carte, facendo entrare nel Collegio anche uomini che non sono poi così vicini alla sua sensibilità, pur essendo naturalmente persone più che degne”. Capendo la mia successiva domanda sugli esclusi di lusso, l’interlocutore m’anticipa: “L’arcivescovo di Milano è rimasto fuori esclusivamente perché il predecessore è ancora elettore, non si vadano a cercare altre ragioni. Piuttosto restano fuori ancora i due americani (Chaput e Gomez) che Francesco proprio non vede. Chissà se un domani saranno imporporati pure loro”.