Costruire (non perire) a Roma
Montuori, Valeriani e Prosperetti all’Acer. Un convegno sulla rigenerazione urbana
Qualche settimana fa all’Esquilino è stato inaugurato Palazzo Merulana. Il nuovo edificio è il risultato del lavoro di rigenerazione dell’Ex istituto di Igiene, costruito nel 1929 e di proprietà di Roma Capitale, ma da decenni totalmente abbandonato. Il palazzo è stato recuperato, grazie a un project financing, dalla Fondazione Cerasi e la società di costruzioni Sac Spa. Oggi il nuovo spazio ospita le opere della collezione della Fondazione Cerasi, una raccolta dedicata alla Scuola Romana e all’arte italiana tra le due guerre con opere, tra gli altri, di Mafai, Donghi, De Chirico, Balla e Depero. Lo spazio ospiterà eventi teatrali, musicali, cinematografici e convegni.
Palazzo Merulana è un esempio di successo di rigenerazione urbana. “E’ per questa ragione – spiega Nicolò Rebecchini, presidente di Acer (l’associazione di categoria dei costruttori romani) – che proprio mentre ero all’inaugurazione ho pensato fosse il luogo giusto per parlare di questo tema come opportunità”. Il recupero dell’edificio infatti ha richiesto, tra stop and go vari, 11 anni. “Mi chiedo – dice Rebecchini – se oggi con questa legge si potrebbe fare più in fretta. L’obiettivo che si prefissa è addirittura di smaltire tutte le procedure in sei mesi /un anno. E’ davvero possibile o si continuerà, come spesso accade in questa città, con le solite polemiche socioculturali?”.
Per parlare di tutto questo il presidente dell’Acer ha invitato a palazzo Merulana lunedì alle 11 tutti gli attori coinvolti dalla normativa nei processi di rigenerazione urbana: l’assessore all’Urbanistica della Regione Lazio Massimiliano Valeriani, l’omologo capitolino, Luca Montuori e il Soprintendente speciale Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Roma, Francesco Prosperetti.
Le posizioni tra le parti sono diverse, anche perché quando si parla di urbanistica, soprattutto a Roma, si sta sempre in precario equilibrio tra il delirante immobilismo che vorrebbe conservare in eterno l’esistente e la voracità distruttiva della speculazione immobiliare. Montuori di recente ha polemizzato con la regione in merito alla demolizione del villino liberty di via Ticino, nel quartiere Coppedè. Un’operazione che per l’assessore è il “frutto marcio” del piano casa: “Una norma derogatoria dei procedimenti previsti e del piano regolatore”. Il giudizio in merito alla legge sulla rigenerazione urbana dell’assessore all’Urbanistica del Campidoglio, seppur meno netto, è analogo.
Rebecchini però spiega: “Il Piano casa era una norma derogatoria, la legge sulla rigenerazione urbana, invece, è in conformità con i piani regolatori. Con questa legge la regione cede di fatto una competenza agli enti locali sulle varianti urbanistiche. Ora però sta a loro fare proposte. L’assessore Montuori ha fatto un tavolo con uffici e municipi per elaborarle. Serve un’ idea di città, prima di vedere se, con questa la legge, può essere realizzata”.