Roberta, Virginia e Luigi. Esistono tre M5s, che non comunicano
Chi sopravvive, però, è destinato a determinare in futuro la natura del Movimento
E’ andata a parlare con Luigi Di Maio e Beppe Grillo, la settimana scorsa, assieme al capogruppo in Consiglio comunale, Paolo Ferrara. E all’hotel Forum, dove Grillo stabilisce domicilio nelle sue incursioni romane, Virginia Raggi non ha soltanto manifestato le proprie felicitazioni per l’approdo di Giuseppe Conte a Palazzo Chigi, ma ha parlato della città, dei suoi problemi con il bilancio, dei poteri (pochi dice lei) del sindaco, e in sostanza – com’è stato riportato da tutti i giornali – ha chiesto soldi. Due miliardi. Ma la sindaca non ha ricevuto tutte le rassicurazioni che forse si aspettava, e la ricostruzione di quell’incontro, che sempre di più filtra dagli spesso impenetrabili ambienti del M5s, è che Raggi sia stata bonariamente rimproverata, un po’, da entrambi, sia da Grillo (ricordate quando cadde in una buca, e tirandosi fuori urlò: “Le vogliamo mettere a posto, o no?”), sia dall’algido, distaccato Di Maio (che già prima delle elezioni, in alcuni suoi colloqui con ambasciatori a Roma, prefigurava la separazione dei destini: il Movimento da una parte, Virginia dall’altra).
La verità è che per Raggi non è stato facile farsi ricevere né farsi ascoltare, e come racconta Massimo Solani nella sua inchiesta, per la sindaca non sarà nemmeno facile farsi salvare da Di Maio con i soldi dello stato. Si conferma così (ma vedremo col tempo) la separazione del M5s in tre insiemi che non si toccano e quasi nemmeno comunicano: Raggi in Campidoglio, i ministeriali di Di Maio al governo, e Roberta Lombardi in Regione Lazio. Tre entità separate. D’altra parte Lombardi, come potete leggere in questa intervista di Valerio Valentini, lei che rappresenta il grillismo delle origini, critica il doppio incarico di Di Maio (politico e governativo), e non ha mai fatto mistero di considerare la Raggi inadeguata. Possono coesistere i tre Movimenti? Difficile. L’esperienza di governo ha fiaccato Raggi, mentre l’opposizione sembra fortificare Lombardi. Che succederà a Di Maio? Chissà. Chi sopravvive, però, è destinato a determinare in futuro la natura del M5s.